C'è ancora molta strada da fare, ma il virus dell'HIV potrebbe ricevere un assestato colpo di grazia nel giro di 5 lustri. Entro 15 anni potrebbero essere disponibili un vaccino per prevenire nuovi casi di contagio, e cure più efficaci per i trattamenti a lungo termine. È quanto ha affermato il fondatore di Microsoft Bill Gates nel corso del Forum Economico Mondiale tenutosi a Davos dal 21 al 24 gennaio.
Impegno sul campo. Gates parla da filantropo e non da scienziato, ma è comunque ben informato: da 15 anni la sua Bill & Melinda Gates Foundation è impegnata nel sostegno economico di progetti per la sensibilizzazione sui temi della prevenzione, per la diagnosi precoce e la disponibilità di farmaci nei paesi più colpiti dall'HIV, in particolare nell'Africa subsahariana.
il fulcro dell'epidemia. Proprio in quell'area andranno intensificati gli sforzi: con l'avvento di un vaccino o una cura, il numero di persone con accesso a un trattamento contro l'HIV in Africa subsahariana potrebbe finalmente arrivare a superare il numero di nuovi contagi. «Quando raggiungeremo quel punto nella regione a più alta densità di trasmissioni nel mondo, il numero di casi inizierà a calare in tutto il pianeta per la prima volta dalla scoperta della malattia 30 anni fa» ha scritto la coppia nella lettera annuale sul lavoro della fondazione.
Non solo hiv. Nonostante i recenti progressi nella sperimentazione, un vaccino contro l'HIV non è ancora disponibile. Ma Gates si è detto «ottimista» su questo punto, tanto quanto sul futuro della lotta alla malaria. La casa farmaceutica GlaxoSmithKline ha presentato la richiesta di autorizzazione del primo vaccino antimalarico nel luglio 2014.
«Non vedremo la fine dell'Aids - ha concluso Gates - ma avremo gli strumenti per ridurre il 95-100% dei casi di Aids e malaria. Saranno messi a punto nei prossimi 15 anni».