Roma, 31 ott. (AdnKronos Salute) - Ragni, mostri, alieni e serpenti tormentano i pensieri di molte persone. Così il 'dolcetto o scherzetto' della notte di Halloween per qualcuno diventa fonte di ansia e stress. Secondo gli ultimi studi, circa il 6% della popolazione mondiale soffre di una vera e propria fobia. E Halloween è "la festa della paura, caratterizzata dall'accentuazione di alcune fobie che terrorizzano le persone, spesso sopite durante l'anno - dice lo psichiatra Michele Cucchi, direttore sanitario del Centro Medico Santagostino di Milano - La fobia, poi, è un particolate tipo di paura: è patologica in quanto eccessiva nella forma della reazione, come per esempio un attacco di panico alla vista di una falena, ma soprattutto irrazionale e talvolta non congrua alla situazione specifica".
"Le più frequenti sono la paura dei luoghi chiusi, la claustrofobia, e la paura dei luoghi aperti, l'agorafobia". Nella notte delle streghe però le paure cambiano e si concentrano sugli elementi più spaventosi entrati nell'immaginario collettivo. Quelle più diffuse "sono l'aracnofobia, che significa aver terrore di ragni e insetti, la coulrofobia, definita come una paura persistente, anormale e ingiustificata dei pagliacci, la emetofobia, ovvero paura di vomitare, la brontofobia, paura di tuoni fulmini e altri eventi climatici, e l'ofidiofobia, la paura morbosa dei serpenti. Possono essere aspetti che invalidano la vita di una persona - prosegue - e si possono associare ad altri disturbi come gli attacchi di panico o l'ansia generalizzata".
Ma come difendersi? "Esistono numerose strategie terapeutiche non farmacologiche che rientrano sotto il cappello della terapia cognitivo-comportamentale, validi strumenti per affrontare questa problematica: ad esempio il bio feedback, ovvero l'allenamento nel gestire le proprie emozioni controllando le risposte somatiche come ad esempio il battito cardiaco; o l'esposizione graduale: una tecnica comportamentale che si basa sull'assunto pavloviano che esponendosi gradualmente ma con regolarità e con alta frequenza consecutivamente alle proprie paure, il nostro corpo impara a normalizzare la sua reazione", conclude Cucchi.