I gufi sono le persone che faticano la mattina ad alzarsi, e di solito finiscono per fare le ore piccole, dato che la sera e la notte sono i momenti in cui si sentono più attivi e produttivi. Poi ci sono le allodole, quelli che si svegliano all’alba e senza alcuna fatica si mettono in moto, salvo poi andare a letto con le galline.
Quella di “gufi” e “allodole” è un’etichetta entrata nel linguaggio popolare ma utilizzata anche dagli scienziati che si occupano di cronobiologia, lo studio delle variazioni dei ritmi biologici dell’organismo. Sembra che ci sia una componente genetica, ma probabilmente dipende anche dalla personalità. C’è chi si riconosce facilmente nell’una o nell’altra categoria, ma c’è anche chi non si sente in modo particolare né gufo né allodola.
Da oggi costoro possono vantare anche una legittimazione da parte della scienza, dato che un gruppo di ricercatori russi, studiando gli schemi del sonno di un centinaio di persone, ha trovato che in effetti solo il 50% della popolazione è classificabile come uccello notturno o mattutino. Le abitudini e la fisiologia di un’altra metà di persone non rientrano in nessuno dei due gruppi.
Sveglia forzata. Per l’esperimento, gli scienziati della sezione siberiana dell’Accademia Russa delle Scienze hanno chiesto a 130 volontari di rimanere svegli per 24 ore, dopo che nella settimana precedente avevano fatto la loro vita e seguito i ritmi consueti. Durante la veglia forzata, i volontari non potevano aiutarsi con alcol o caffè e dovevano riempire ogni tanto dei questionari su come si sentivano e sulle loro abitudini normali riguardi al sonno. Analizzando le risposte, e una serie di parametri fisiologici, gli scienziati hanno individuato, come previsto, un gruppo di “gufi” e uno di “allodole” che avevano una differenza di circa due ore nei cicli di sonno e di veglia.
Ma i ricercatori hanno individuato anche altri due “cronotipi”: un gruppo di persone, poco meno di un quarto, “altamente energetiche” che si sentivano particolarmente in forma sia la mattina sia la sera, e un altro gruppo, poco più numeroso, di individui che hanno dichiarato di essersi sentiti stanchi e letargici durante tutto il giorno. In questi due gruppi, al contrario che tra gufi e allodole, non c’erano differenze significative nell’orario consueto della sveglia e del coricarsi.
Il pellicano è sempre addormentato? Sulle abitudini del sonno, e su quanto influiscano sulla vita quotidiana, ci sono storie che riguardano anche personaggi famosi.
Il fisico e padre della meccanica quantistica Erwin Schrödinger, come ha raccontato la moglie, era totalmente incapace di fare qualcosa nelle prime ore della giornata, tanto che per lui furono spostate al pomeriggio alcune prestigiose conferenze che venivano solitamente tenute alle 9 di mattina. Mentre del presidente della Fiat Giovanni Agnelli era nota l’abitudine di consultare amici e consiglieri alle 6 del mattino, quando lui era in pista già da un po’, ma gli altri erano magari ancora nel profondo del sonno.
L’articolo dei ricercatori russi richiama fin dal titolo - “In cerca di altre due specie di uccelli" - la nota bipartizione in gufi e allodole, e invita a superarla. Loro non avanzano direttamente proposte. Ma in un post sul blog della British Psychological Society, che riporta lo studio, viene suggerito “rondone” per quelli sempre in moto, mentre i lettori hanno suggerito via Twitter “dodo” e “pellicano” per i letargici vita natural durante.
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