Un puntata tira l'altra. Gli appassionati di serie tv lo sanno bene: quando entri nel tunnel dei vari Breaking Bad, House of Cards o True Detective è difficile resistere alla tentazione di guardare quattro o cinque episodi di fila, se non di più. Da oggi, però, vale la pena affrontare questa bulimia da piccolo schermo (o binge watching, per dirla all'anglosassone) con un po' più di cautela: secondo una ricerca condotta dagli scienziati della University of Texas at Austin esiste una possibile correlazione tra depressione e consumo compulsivo di telefilm. Tradotto in termini meno scientifici: se tiri le quattro di notte per divorare di colpo l'intera prima stagione di Orange Is the New Black, forse qualcosa non funziona come dovrebbe.
LO STUDIO. I dottorandi Yoon Hi Sung e Eun Yeon Kang, guidati da Wei-Na Lee, hanno interpellato 316 persone di età compresa tra i 18 e i 29 anni, sondando le loro abitudini davanti alla televisione e facendo domande tipo: "Quanto spesso ti senti solo?". Se da un lato si scopre senza eccessivo stupore che il 75% degli intervistati è soggetto al binge watching, dall'altro i ricercatori hanno rilevato come la tendenza a chiudersi in casa davanti allo schermo sia più comune tra le persone che soffrono di tristezza e solitudine.
OVVIO, MA NON TROPPO. In fondo potrebbe sembrare scontato: sei giù di corda e non ti va di vedere nessuno, e invece di andare in giro con gli amici ti rifugi su Netflix, la tv via internet on demand che va fortissimo negli Usa, a cui Focus dedica un articolo nel numero in edicola fino al 19 febbraio.


Però nessuno, in effetti, aveva finora correlato la fruizione smodata di serie tv con una questione serissima come la depressione. Stare incollati per ore su Game of Thrones o fare una serata revival di Friends è visto di solito come qualcosa di non particolarmente anomalo, divertente anzi, sebbene in alcuni casi un po' eccessivo. Ma i ricercatori vanno oltre e parlano esplicitamente di una pratica per "sfuggire dalle emozioni negative".
SCARSO AUTOCONTROLLO. Il campione finito sotto la lente d'ingrandimento è ancora piuttosto ridotto, ma i risultati mostrano che per le persone che faticano ad autoregolarsi, il passo verso il binge watching estremo è davvero molto breve. E non è per nulla diverso, ad esempio, dall'avere un rapporto maniacale con il cibo: ecco perché, concludono nel loro documento, «non deve essere più considerato come una dipendenza innocua».
SVILUPPI FUTURI. Lo studio, dal titolo A Bad Habit for Your Health? An Exploration of Psychological Factors for Binge-Watching Behavior, verrà presentato a maggio durante la International Communication Association Conference che si terrà a San Juan, in Porto Rico.
Tuttavia la volontà degli scienziati della Università del Texas è quella di non fermarsi qui e di ampliare il dossier per comprendere a fondo quando la mania incontrollata per le serie tv possa influire sulla salute degli spettatori.
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