Roma, 27 mar. (AdnKronos Salute) - La ricerca rincorre i film di fantascienza, mettendo a punto dispositivi innovativi per restituire la capacità di movimento. Questa volta viene presentato il prototipo di un 'guanto' robotico che aiuta i movimenti della mano in persone colpite da patologie neurologiche. Il nuovo esoscheletro, frutto della ricerca italiana ed europea, sarà presentato a Fiere di Parma, in occasione della 14esima edizione di Mecspe, la fiera internazionale delle tecnologie per l’innovazione, organizzata da Senaf. Tra le novità presenti quest’anno, all’interno della Piazza della Robotica & degli Umanoidi, saranno visibili gli ultimi progetti rivolti al mondo della riabilitazione e al miglioramento della deambulazione per le persone con mobilità e indipendenza ridotta.
In particolare, l'Istituto di Biorobotica della Scuola Superiore Sant’Anna, nell’ambito del progetto di ricerca Way (Wearable interfaces for hAnd function recoverY), dopo gli studi effettuati con successo sulla protesi di mano bionica nel 2008 e nel 2014 - rivolta però solo a pazienti amputati - presenterà in anteprima proprio il prototipo robotico indossabile, studiato per essere usato da chi ancora ha l'arto, ma non riesce più a utilizzarlo a causa di danni neurologici (ictus, lesioni del midollo spinale o del plesso brachiale).
Si chiama HX il 'guanto' robotico per il recupero della funzionalità della mano post trauma, con assistenza funzionale alla presa degli oggetti. Un sistema indossabile che circonda la mano del paziente, come una sorta di 'guanto', e promette di restituire gesti quotidiani a moltissime persone. Si stima infatti che questo problema all'arto superiore in Europa ogni anno conti 7.500 nuovi casi. L'esoscheletro consente al paziente di riacquistare la funzionalità degli arti superiori e delle mani e il controllo dei movimenti tramite sistemi a pulsantiera e segnali elettroencefalografici, spiegano i ricercatori.
L'attività di ricerca di Way, progetto coordinato da Christian Cipriani, Ordinario di Bioingegneria e Vice-Direttore dell’Istituto di BioRobotica, si è concentrata principalmente sulla definizione di un'interfaccia uomo-macchina per permettere al soggetto un controllo intuitivo di questi dispositivi tecnologicamente avanzati, in particolare sull'utilizzo di segnali Eeg e su un sistema di feedback vibro-tattile. Studi di fattibilità e di usabilità, esperimenti di validazione e test in ambiente reale hanno coinvolto medici e fisioterapisti, ricercatori delle varie università, oltre che gli stessi pazienti.
Il progetto Way è una collaborazione di attività di ricerca, finanziata dall'Unione Europea nell'ambito del 7° programma quadro, in un consorzio di 6 partner provenienti da 6 nazioni diverse: Italia, con la Scuola Superiore Sant'Anna in qualità di coordinatore globale, Germania (Università Eberhard Karls, Tübingen), Spagna (centro di neuro-riabilitazione Guttmann Institut, Barcellona), Svizzera (Idsia, Lugano), Svezia (Università di Umeå) e Islanda (azienda di protesi Ossur).
Il progetto è iniziato nel mese di Novembre 2011, e ha coperto un periodo di 3 anni e mezzo di ricerca e sviluppo.