L'ormone dell'appetito che funziona bene è utile anche sui banchi di scuole. Recenti studi spiegano perché...
Bastano livelli sballati dell'ormone dell'appetito per compromettere il rendimento scolastico e la capacità di ricordare. |
Grassi, ma con poco appetito? Recenti studi sui disturbi del metabolismo hanno individuato nella leptina una delle chiavi del problema. L'ormone, prodotto in quantità significativa dal tessuto grasso, contribuirebbe a ridurre l'appetito e a regolare il metabolismo. In teoria, dunque, più si è grassi, meno fame si dovrebbe avere. In realtà, il meccanismo non è così automatico specie nelle persone obese che continuano a essere strette nella morsa della fame, nonostante una sovrapproduzione di leptina. Nel loro caso probabilmente c'è una totale desensibilizzazione all'ormone.
Ficcatelo in testa… Ma cosa c'entra il verdetto inclemente della bilancia con le nostre facoltà intellettive? Sempre più studi mostrano che livelli anormali di leptina finiscono per alterare le capacità cognitive. Per esempio, alcuni test eseguiti su topi dal biologo Matthew Wayner, presso l'Università del Texas (USA), hanno rivelato che alti valori di leptina ostacolano l'abilità del cervello a rispondere agli stimoli. L'ormone, in particolare, sembra influenzare un processo conosciuto come “potenziamento a lungo termine”, che ha luogo nell'ippocampo, responsabile della conservazione delle informazioni. Durante questa fase, le cellule nervose diventano più sensibili al medesimo stimolo quando è ripetuto nel tempo; meccanismo, questo, che è alla base della memorizzazione e dell'apprendimento.
Gli studiosi hanno tirato le somme e l'equazione che ne deriva è questa: più si è grassi, più si produce leptina e più si hanno difficoltà a imparare. Un motivo in più per temere l'incremento dell'obesità tra i ragazzi in età scolare.
(Notizia aggiornata al 21 luglio 2005)