Roma, 9 lug. (AdnKronos Salute) - Due puntatori laser che cercano le informazioni nella mente. È così che funzionano i nostri occhi quando devono ricordare le informazioni archiviate nella memoria a breve termine. Il cervello memorizza le informazioni sistemandole ordinatamente da sinistra a destra. E quando dobbiamo recuperarle dalla memoria, esploriamo lo spazio mentale muovendo gli occhi nella stessa direzione. Lo dimostra una ricerca dell’università di Milano-Bicocca, condotta in collaborazione con l’Università di Zurigo, pubblicata sulla rivista 'Cognition'.
I ricercatori hanno analizzato attraverso occhiali speciali i movimenti spontanei degli occhi sia in fase di memorizzazione sia quando si ricordano le informazioni della cosiddetta memoria di lavoro, quella a breve termine. La ricerca conferma che cervello ricorda con più facilità le informazioni se le memorizza organizzandole da sinistra a destra. Come se fosse lo scaffale di una biblioteca dove i volumi dell’enciclopedia sono sistemati secondo un ordine prestabilito. Per la prima volta questa ipotesi trova diretta conferma dall’analisi dei movimenti oculari spontanei che accompagnano la ricerca e il recupero delle informazioni memorizzate.
I ricercatori hanno chiesto a 10 partecipanti di memorizzare una sequenza di cinque numeri, che comparivano uno alla volta al centro di uno schermo che avevano di fronte. Poi, hanno mostrato loro altri numeri (da 1 a 10) e hanno chiesto ai partecipanti di indicare verbalmente se questi facessero o meno parte della sequenza memorizzata. Infine, in un’ultima fase, i partecipanti hanno dovuto ripetere i numeri verbalmente, secondo l’ordine di memorizzazione
I ricercatori, utilizzando il sistema EyeSeeCam, un sistema ad infrarossi che cattura la posizione degli occhi, hanno registrato i movimenti oculari spontanei per studiare le strategie di visualizzazione interna che i partecipanti hanno messo in atto per svolgere il compito.
Dall’analisi dei movimenti oculari è emerso che i partecipanti ricorrevano a una strategia visiva ben definita per ricercare nella memoria le informazioni. In particolare, gli occhi si muovevano da sinistra a destra in base alla posizione del numero da ricordare, a suggerire non solo che le sequenze ordinate sono organizzate spazialmente nella nostra memoria, ma che muoviamo gli occhi anche per esplorare lo spazio mentale.
"Questi risultati – spiegano Luisa Girelli e Luca Rinaldi, autori dello studio e rispettivamente associato di Psicobiologia e Psicologia Fisiologica e dottorando di ricerca presso il Dipartimento di Psicologia dell’Università di Milano-Bicocca - mostrano quindi come il nostro cervello si avvalga di strategie visuo-spaziali per codificare e rappresentare dell’informazione puramente verbale. L’informazione memorizzata, infatti, viene rappresentata spazialmente dal nostro cervello e gli occhi orienterebbero la nostra attenzione proprio lungo tale rappresentazione.
Sembrerebbe dunque che gli occhi vengano utilizzati come uno strumento attivo per ricercare nella memoria informazione recentemente appresa e disposta in 'scaffali' spazialmente ordinati".