La malnutrizione durante la gravidanza può produrre conseguenze di salute non solo nei figli, ma anche nei nipoti.
È quanto sostiene una ricerca che, studiando negli animali gli effetti indotti da una forma di stress come la carenze alimentari durante la gestazione, ha osservato effetti per almeno due generazioni successive.
Secondo gli autori dello studio, è anche una delle prove più forti, ad oggi, che l’ambiente della madre durante la gravidanza può indurre cambiamenti nel DNA che non sono mutazioni ma che sono ugualmente trasmissibili alle generazioni successive, e quindi ne influenzano la salute.
Mamme malnutrite e figli obesi. Nell’esperimento, ricercatori dell’Università di Cambridge e della Harvard Medical School hanno dimezzato le calorie della dieta di un gruppo di femmine di topo nell’ultima settimana di gestazione, che dura normalmente venti giorni.
I topi nati da queste madri denutrite erano più piccoli e, da adulti, hanno mostrato una tendenza molto maggiore al diabete e all’obesità, anche se nutriti con una dieta normale, rispetto agli animali nati da madri nutrite regolarmente.
Analizzando lo sperma dei topolini, i ricercatori hanno osservato una particolare caratteristica nelle cellule, in particolare una diminuzione della cosiddetta metilazione, che consiste nel legame di particolari gruppi chimici alla molecola di DNA, in grado di “accendere” o “spegnere” alcuni geni. I ricercatori hanno poi osservato che anche i nipoti delle madri denutrite erano più soggetti a diabete e obesità, anche se nei loro spermatozoi non apparivano più le particolari caratteristiche di metilazione del DNA dei loro padri.
Un esperimento naturale. L’interpretazione di questo studio lascia diverse possibilità. Quello che già si sa è che condizioni di stress nell’ambiente della madre durante la gravidanza possono influire fortemente sulla salute dei figli.
Uno dei più famosi “esperimenti naturali” in cui gli epidemiologi si sono accorti di questi effetti è stato il cosiddetto inverno della carestia in Olanda, nel 1944. Sul finire della seconda guerra mondiale, quando l’esercito tedesco bloccò l’accesso ai rifornimenti in alcuni territori dei Paesi Bassi, una parte della popolazione, complice un inverno durissimo, patì gravemente le fame, arrivando a un introito giornaliero di non più di 500 calorie.
Questa situazione di malnutrizione ben definita nel tempo, ha permesso ai ricercatori di studiare gli effetti sulla popolazione. Tra i risultati emersi chiaramente c’è che i figli nati da donne incinte durante il periodo della carestia, da adulti avevano un rischio molto superiore di malattie cardiovascolari, diabete e pressione alta.
Anche diversi studi sugli animali hanno dimostrato che uno stress indotto in vari modi nella madre può avere effetti, non spiegati da mutazioni nel DNA, che persistono per varie generazioni. Si parla in questo caso di cambiamenti epigenetici, e una delle strade biologiche attraverso cui questi effetti potrebbero manifestarsi è appunto quella della metilazione del DNA.
Molto ancora da scoprire. Il fatto che, nella seconda generazione di topi nati da madri denutrite siano ancora presenti gli effetti sulla salute (diabete e obesità) ma non le particolari caratteristiche di metilazione, fa ipotizzare che questo meccanismo non sia il principale o non sia l’unico responsabile.
«Potrebbe essere un marker, ma non il meccanismo chiave che causa la malattia», ha detto Anne Ferguson-Smith, una delle autrici dello studio. Rimane anche da scoprire per quante generazioni l’effetto negativo può manifestarsi.