Salute

All'istituto Galeazzi il Virtual Lab per il training dei chirurghi

Dalle esercitazioni su cadaveri alla realtà virtuale: al Galeazzi la nuova formazione chirurgica per la sala operatoria.

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Il sogno di ogni chirurgo (e di ogni paziente): essere pronti ad affrontare in sala operatoria ogni tipo di situazione, per averla già sperimentata in maniera diretta. Impossibile? Non più, grazie alle nuove tecnologie e all'idea innovativa del dottor Andrea Luca, specialista in Ortopedia e Chirurgo Vertebrale presso l'Unità operativa di Chirurgia Vertebrale III dell'IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi, appartenente a Gruppo San Donato. 

La sala operatoria virtuale

Si tratta di un training virtuale che permette al medico di partecipare alla formazione in modo immediato e di apprendere tutte le nozioni di un training tradizionale con importanti vantaggi in più. Vediamolo nella pratica.

Il medico indossa un visore per la realtà virtuale e due controller - dispositivi elettronici che collegano con le periferiche - e in questo modo mette in atto l'intervento, esercitandosi in una sala operatoria virtuale.

Come funziona il percorso di training

All'inizio della procedura, ogni partecipante è sottoposto a un entry test, per mettere alla prova le competenze di partenza necessarie. Passato questo step, si entra nella vera procedura dell'intervento in realtà virtuale, che comprende più fasi:

   gestione dell'ambiente e della sala operatoria

   fase chirurgica vera e propria

   identificazione di eventuali errori

   affinamento della tecnica

   test di valutazione.

Il Virtual Lab che insegna davvero

La procedura del medico viene rivalutata sulla base degli outcome prodotti. Il software è infatti in grado di controllare i risultati per migliorare nel tempo. Ogni sessione di training dura circa 2/3 ore a persona, massimo mezza giornata e la procedura può essere ripetuta più volte o da parte di più persone. Per questo il Virtual Lab offre un forte risparmio di risorse che possono essere allocate in altre fasi di ricerca e sviluppo.

La differenza con le esercitazioni su cadaveri

Le complicanze come dal vivo. Affrontare le eventuali complicanze è uno dei momenti cruciali di ogni intervento. La realtà virtuale offre la possibilità di sperimentare questa situazione, perché risponde ai gesti del chirurgo secondo il principio di azione/reazione. Il cadavere prestato alla scienza, al contrario, non risponde alle sollecitazioni del chirurgo come un corpo vivo ed è quindi meno efficace per l'apprendimento.
La condizione patologica più utile. Con questa procedura è possibile simulare la condizione patologica sulla quale lo specialista intende migliorare la propria tecnica, la situazione reale in cui il chirurgo dovrebbe operare. Difficile che possa accadere con il training su cadavere umano.
Il riscontro.

Il software traccia tutte le mosse ed è in grado di segnalare gli eventuali errori.
Una progressiva transizione dalla simulazione su animali a simulazioni in realtà virtuale. Con la simulazione 3D si possono evitare gli interventi su animali, sia per il rispetto di valori etico morali, sia per un contenimento dei costi di realizzazione.

Al Galeazzi il simulatore per la chirurgia vertebrale

Nel 2020 il dottor Andrea Luca, supportato dall'IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi, con un Progetto di ricerca finanziato, ha messo a punto un primo percorso per una specifica procedura chirurgica, l'approccio laterale mini-invasivo alla colonna vertebrale lombare. Con il suo gruppo di lavoro, il dottor Luca ha collaborato anche con aziende del settore con alta vocazione educazionale, per dare massima diffusione al progetto.

La work station: una sala operatoria maneggevole e trasportabile

Il sistema con la prima procedura per la chirurgia vertebrale è pronto per essere utilizzato. La workstation si utilizza semplicemente in una stanza ed è costituita da un PC portatile, un visore per la realtà virtuale, due controller e un device aptico, ovvero un braccio robotizzato che consente la simulazione più precisa dei gesti chirurgici. In particolare questo strumento all'avanguardia è stato acquistato proprio dall'ospedale Galeazzi.

Come è nata l’idea del training virtuale

Il dottore Andrea Luca ha considerato la sua esperienza formativa, avvenuta in luoghi diversi, anche all'estero, con notevole dispendio di tempo e di energie. Lo sviluppo delle tecnologie emergenti ha offerto lo spunto per migliorare questo periodo fondamentale per tutti i medici e ottimizzare l'impegno del professionista durante il training. Nel 2018 il dottor Luca fonda Hypersurgery, la start up che ha visto nascere i modelli funzionali necessari per presentare il progetto. Primo destinatario, il Gruppo San Donato, che condivide gli ideali di evoluzione e miglioramento di ogni fase, a favore del benessere del paziente.

Gli sviluppi del prossimo futuro

Collegamento Virtual Lab/sala operatoria. Il progetto mira a creare un collegamento sempre più stretto tra parte virtuale e in sala operatoria. L'Ospedale Galeazzi raccoglie già numerosi chirurghi che provengono da altre realtà per seguire la procedura in sala operatoria. Secondo il dottor Luca, affiancare il training virtuale sarebbe un valore aggiunto, che prepara i medici a quello che vedranno dal vivo e forma lo specialista in modo sempre più approfondito.

La libreria delle procedure. Un ulteriore obiettivo è fissare tutte le procedure per il training chirurgico in una vera e propria libreria, che contenga anche una serie di simulazioni di procedure mediche e chirurgiche delle più svariate  discipline di media e alta complessità.

L'ampliamento anche ai paramedici. Al momento la procedura realizzata riguarda le branche chirurgiche vertebrali. L'idea è di offrire questo strumento di crescita professionale anche ad altre branche mediche e non, in particolare agli altri professionisti del settore medico (infermieri e tecnici), per una formazione sempre più puntuale delle figure di riferimento, secondo l'impostazione del Gruppo San Donato che pone il paziente al centro di ogni iniziativa.

16 novembre 2021
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