Sì, i cosiddetti “rimedi della nonna” funzionano. Il più famoso (ovvero trattenere il fiato per 15-20 secondi), per esempio, funziona perché permette di rilassare il diaframma e favorisce l’interruzione delle contrazioni.
Anche bere, starnutire, succhiare un cucchiaino di zucchero e uno spavento improvviso hanno un effetto sul diaframma e quindi facilitano la scomparsa del disturbo.
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Come funzionano?
Fanno effetto perché influenzano il ritmo della respirazione: il singhiozzo, infatti, è una contrazione ritmica e involontaria del diaframma, il muscolo che determina l’espansione della cassa toracica quando si respira.
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Hic! Per 68 anni
In genere il singhiozzo dura pochi minuti e poi scompare. In rari casi, però, per fermarlo servono farmaci antispastici, che rilassano i muscoli, o sedativi. Contro il singhiozzo più lungo della storia, registrato nel Guinness, non funzionò nulla: lo statunitense Charles Osborne lo ebbe per 68 anni, dal 1922 al 1990. Morì un anno dopo l’ultimo “hic!”, a 97 anni.
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La scienza poco nota dello sbadiglio