Salute

Funziona la terapia su Skype per chi ha perso la parola dopo un ictus

Una ricerca condotta dalla City University London mostra l'efficacia delle applicazioni software di 'video chat'. Stivali hi tech per camminare dopo un ictus

Roma, 27 mag. (AdnKronos Salute) - Secondo una nuova ricerca condotta dalla City University London, la terapia della parola offerta a distanza, utilizzando applicazioni software di 'video chat', potrebbe rivelarsi efficace quanto la tradizionale terapia faccia a faccia. Lo studio, pubblicato sulla rivista 'Clinical Rehabilitation', mostra che applicazioni come Skype o Facetime possono potenziare il trattamento di coloro che hanno perso la capacità di parlare in seguito a un ictus, permettendo ai pazienti di essere trattati da terapisti esperti in qualsiasi parte del mondo.

La terapia della parola migliora la capacità di parlare e produrre termini, ma molte persone colpite da afasia (un impedimento del linguaggio causato dall'ictus) ricevono un trattamento insufficiente dal momento che i servizi sanitari sono sovraccarichi. Si tratta di un problema importante, poiché l'afasia può portare alla perdita del lavoro, alla depressione e all'isolamento sociale. Inoltre, molti pazienti hanno difficoltà a recarsi agli appuntamenti con i sanitari per via di menomazioni fisiche o della distanza, e non vi è un numero sufficiente di terapisti per poter visitare tutti i pazienti al loro domicilio.

Il team della City University London, con il contributo dei ricercatori della facoltà di Scienze del linguaggio e della comunicazione e del Centro per lo studio delle interazioni fra uomo e computer (Centre for Human-Computer Interaction Design, Hcid), in collaborazione con l'Ospedale universitario Homerton di Londra, ha condotto uno studio di fattibilità mettendo a confronto la terapia della parola a distanza con quella faccia a faccia su un gruppo di 21 persone colpite da afasia in seguito a un ictus a carico dell'emisfero sinistro.

I partecipanti hanno trovato la tecnologia di facile utilizzo e lo studio ha rilevato che l'impiego di queste applicazioni ha portato agli stessi risultati della terapia tradizionale. Il team prevede ora di eseguire una ricerca su più vasta scala per valutare l'efficienza e l'efficacia in termini di costo.

L'autrice principale, Celia Woolf della Clinica per la ricerca sull'afasia della City, facoltà di Scienze del linguaggio e della comunicazione della City University London, spiega: "Immaginate di non essere in grado di parlare con i vostri familiari, o neanche di chiedere un caffè al cameriere. Questa è la frustrazione quotidiana che devono affrontare le 367.000 persone che convivono con l'afasia solo nel Regno Unito. Il nostro studio dimostra che la terapia della parola non deve essere limitata ai soli incontri faccia a faccia. Le applicazioni di video chat come Skype possono permettere di offrire un'efficace terapia a distanza, aiutando così le persone ad acquisire nuovamente la capacità di parola, così importante per le nostre vite.

Questa scoperta potrebbe democratizzare l'offerta della terapia e rendere i trattamenti disponibili a persone che in precedenza ne erano escluse".

Stephanie Wilson, docente di Interazioni fra uomo e computer alla City University London, aggiunge: "La tecnologia ha un enorme potenziale nell'offerta di una terapia alle persone colpite da afasia. L'incremento nell'uso di applicazioni come Skype a cui abbiamo assistito negli ultimi anni può consentire a un maggior numero di persone di accedere alla terapia rispetto al passato. Perciò, il nostro approccio multidisciplinare può contribuire a migliorare i risultati per i pazienti affetti da afasia in seguito a un ictus".

27 maggio 2015 ADNKronos
Ora in Edicola
Scopri il mondo Focus. Ogni mese in edicola potrai scegliere la rivista che più di appassiona. Focus il magazine di divulgazione scientifica più letto in Italia, Focus Storia per conoscere la storia in modo nuovo ed avvincente e Focus Domande & Risposte per chi ama l'intrattenimento curioso e intelligente.

Nel nuovo numero di Focus Storia esploriamo l’affascinante mondo dell’antico Egitto. Partendo da un’intervista al direttore del Museo Egizio di Torino, Christian Greco, celebriamo i 200 anni di storia del primo museo al mondo dedicato agli Egizi. Raccontiamo poi le collezioni che hanno attraversato il tempo e le straordinarie scoperte di Schiaparelli, l’archeologo che trasformò il museo torinese.

L’articolo "Geniale Champollion" ripercorre le intuizioni del linguista che decifrò i geroglifici, mentre in "Egittologia made in Italy" celebriamo i pionieri italiani della disciplina. Concludiamo questa sezione con "Salvate Abu Simbel", che narra il salvataggio dei maestosi templi minacciati dalle acque.

 

Non mancano gli approfondimenti storici:

  • Alla gogna: il processo a Oscar Wilde, che pagò caro il suo anticonformismo.
  • Carabinieri a Creta: una missione di pace italiana nel cuore del Mediterraneo.
  • La favola di Natale: la commovente storia di Giovannino Guareschi, che trovò la speranza in un lager nazista.

 

ABBONATI A 29,90€

In questo numero di Focus, puntiamo i riflettori su un tema cruciale: la prevenzione. Attraverso il dossier  esploriamo come scienza, tecnologia e medicina stanno rivoluzionando il nostro approccio alla salute e al benessere.

Un viaggio tra scoperte e innovazioni per vivere meglio e più a lungo. Dalla prevenzione delle malattie cardiovascolari alle ultime tecniche per diagnosticare precocemente il cancro, fino all'importanza della salute mentale e alle nuove frontiere della nutrizione.

Raccontiamo inoltre la scoperta di Lucy, il fossile che ha riscritto la nostra storia evolutiva, e immaginiamo cosa sarebbe accaduto se Costantino non avesse legalizzato il Cristianesimo. Scopriamo anche perché "avere la testa tra le nuvole" è fondamentale per il cervello e sveliamo le forme morbide della natura, quelle curve nascoste che definiscono il mondo vivente.

ABBONATI A 31,90€
Follow us