Roma, 12 giu. (AdnKronos Salute) - In 3 anni si sono ridotti gli ospedali pubblici in Italia. Tra il 2009 e il 2012 si evidenzia una contrazione del 3,2% del numero di strutture pubbliche ospedaliere, "per effetto degli interventi di razionalizzazione effettuati nel periodo in esame". E' quanto emerge dall'Annuario statistico del Servizio sanitario nazionale - Assetto organizzativo, attività e fattori produttivi del Ssn - anno 2012, a cura della direzione generale della digitalizzazione del sistema informativo sanitario e della statistica, Ufficio di Statistica del ministero della Salute.
Per l'assistenza specialistica ambulatoriale si assiste nel periodo in esame a una lieve diminuzione (-0,3%) degli ambulatori e laboratori pubblici e a una più consistente diminuzione (-2,1%) delle strutture private accreditate. Incrementi, soprattutto per il privato accreditato, sono evidenziati invece dai trend dell'assistenza territoriale semiresidenziale (-0,3% per il pubblico, +6% per il privato accreditato) dell'assistenza territoriale residenziale (+1,0% per il pubblico, +5,7% per il privato accreditato) e dell'assistenza riabilitativa ex art.26 L. 833/78 (+2,1% per il pubblico, +2,0% per il privato accreditato). Per l'assistenza erogata da altre strutture territoriali, a fronte di un aumento del 1,1% delle strutture pubbliche, si rileva un aumento del 4% delle strutture private accreditate.
Quanto al personale, in media a livello nazionale ogni medico di base ha un carico potenziale di 1.142 adulti residenti. A livello regionale esistono comunque notevoli differenziazioni: per le regioni del Nord, fatte salve alcune eccezioni, gli scostamenti dal valore medio nazionale sono positivi. In particolare, si evidenzia la Provincia Autonoma di Bolzano con 1.539 residenti adulti per medico di base: va però tenuto presente che nella Provincia autonoma il contratto di convenzione con il Ssn dei medici di base stabilisce quale massimale di scelte 2.000 assistiti.
In Basilicata, invece, si registra il valore minimo di 1.006 residenti adulti per medico di medicina generale; nelle regioni del Sud in generale si registrano scostamenti negativi dal valore nazionale. Il carico medio potenziale per pediatra, inoltre, è a livello nazionale di 1.017 bambini, con una variabilità territoriale anche più elevata rispetto a quella registrata per i medici di medicina generale. Tutte le regioni comunque sono caratterizzate "da una forte carenza di pediatri in convenzione con il Ssn, ad eccezione di Abruzzo, Sardegna e Sicilia" che presentano un numero di bambini per pediatra di poco superiore al massimale stabilito nel contratto di convenzione.
Nell'esaminare lo scostamento del carico potenziale dal valore nazionale, spicca il dato di Bolzano, con un valore pari al 29% (1.309 bambini per pediatra). A fronte del carico potenziale dei medici di base (di medicina generale e pediatri), è possibile valutare il carico assistenziale effettivo, dato dal numero degli iscritti al Ssn (coloro che hanno scelto presso la Asl di competenza il proprio medico di base) per ciascun medico.
Nella maggior parte delle regioni l'indicatore evidenzia che il numero di scelte per medico di medicina generale è di poco superiore al numero di adulti residenti per medico di medicina generale, mentre il numero di scelte per pediatra è "sempre inferiore al numero dei bambini residenti per pediatra".
"Complessivamente il numero totale delle scelte è di poco inferiore al numero complessivo dei residenti. Da ciò si deduce dunque che per molti bambini è stata scelta l'assistenza erogata dal medico di medicina generale anziché l'assistenza pediatrica", conclude il rapporto.