In una piccola cittadina in Giappone, a diagnosticare i tumori con il fiuto saranno i cani. Kaneyama è un villaggio di seimila abitanti nella prefettura di Yagamata con il triste primato di essere il posto con i più alti tassi di mortalità per tumore dello stomaco in Giappone. La malattia, che dà pochi sintomi nelle sue fasi iniziali, quando sarebbe curabile con l’intervento chirurgico, ha invece bassi tassi di sopravvivenza nelle fasi più avanzate. Per questo, i ricercatori cercando di scoprire se i cani, che in varie altre occasioni hanno dimostrato di essere in grado di riconoscere malattie - tra cui i tumori, possano essere d’aiuto per una diagnosi tempestiva.
Quasi infallibili. L’intera città prenderà parte al programma di ricerca: i residenti invieranno i loro campioni di urina, congelati, alla Nippon Medical School, nei pressi di Tokyo, dove alcuni cani sono stati addestrati come diagnosti. «Nel nostro studio, finora i cani sono stati in grado di identificare tracce di tumore con un’accuratezza di quasi il 100 per cento», ha dichiarato Masao Miyashita, che dirige il programma.
Fiuto per le malattie. Ma non è l’unico studio in corso per testare la fattibilità della diagnosi canina. In Gran Bretagna, la Medical Detection Dogs, fondata da uno dei primi ricercatori a notare la capacità dei cani di riconoscere malattie, valuta l’affidabilità degli animali nell’identificare il tumore della prostata.
In altre ricerche già concluse, per riconoscere il cancro della vescica, del colon, dell’ovaio e della prostata, i cani hanno avuto percentuali di successo dal 90 a quasi il 100 per cento.
Pare che questi animali, con il loro formidabile olfatto, siano in grado di identificare alcuni composti volatili rilasciati dai tumori e presenti nell’urina delle persone malate. Non è chiaro però quali siano queste molecole.
L'ipotesi del naso elettronico. Anche se affascinante, è complicato applicare l’idea della diagnosi basata sull’olfatto degli amici a quattro zampe nella realtà. Addestrare un singolo cane richiede tempo e parecchio denaro (circa 45.000 euro nel caso dello studio in Giappone). Ma anche se non si arrivasse ad arruolare i cani come diagnosti, per chi fa ricerca in questo settore vale la pena proseguire con gli studi: se si identificasse la precisa molecola riconosciuta dai cani, a fiutarla potrebbe essere anche un naso elettronico in laboratorio.