I dati rilasciati dall'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) parlano chiaro: circa 4 miliardi di persone si curano con la fitoterapia, ovvero con medicinali a base di sostanze estratte dalle piante. In pratica, l’80% della popolazione mondiale se ne serve, se non in forma esclusiva, per lo meno come opzione terapeutica principale.
La farmacia della natura. D'altra parte, la natura è ricchissima di principi attivi, molti dei quali attendono solo di essere scoperti, caratterizzati e usati. Cortecce, radici, foglie, semi, fiori e frutti di migliaia di piante, chiamate officinali, contengono infatti sostanze che, se correttamente estratte, lavorate e somministrate, esplicano il loro potere terapeutico nei confronti di molti disturbi. In tutto il mondo, oltre 35 mila specie vegetali sono utilizzate a scopo medico. Ne esistono però altre 420mila su cui si hanno conoscenze limitate.
Tecniche controllate. Oggi i farmaci fitoterapici si ottengono con tecniche controllate che garantiscono concentrazioni costanti di principio attivo e sono presenti nelle principali farmacopee. Non solo. Traendo ispirazione dalle piante, l’industria farmaceutica ha isolato e caratterizzato migliaia di molecole, riuscendo poi a ottenerle in laboratorio e a farne medicine. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il principio attivo del 25% dei farmaci di sintesi in commercio deriva da piante.
Scienza botanica. Di prodotti fitoterapici, che non devono essere confusi con quelli omeopatici o di erboristeria, si parla in maniera approfondita sul nuovo Focus Extra in edicola dedicato alle medicine non convenzionali - dalla pranoterapia ai massaggi, dall'agopuntura alla cristalloterapia - alle quali più del 20% degli italiani si affida almeno ogni tanto. Cure alternative alle quali, se ci si affida con leggerezza, possono essere inutili, o addirittura nocive per la salute. Perché la scienza parla chiaro: in medicina, ciò che non funziona può anche fare male.