Roma, 1 lug. (AdnKronos Salute) - L'Italia non è un Paese di giovanissimi sportivi. Persino quelli che frequentano un campo di calcetto o pallavolo in media sono in debito di 2-3 ore di attività fisica a settimana. Mentre in generale gli altri arrivano a 4-5 ore in meno. Questi i numeri emersi da un'indagine illustrata all'Adnkronos Salute da Giorgio Galanti, direttore della Scuola di specializzazione in medicina dello sport dell'Università di Firenze, che il 3 luglio alle 12 terrà all'Expo di Milano un incontro promosso dal ministero della Salute, proprio per parlare di attività fisica e corretta alimentazione in tutte le fasi della vita femminile. "Ebbene, la nostra indagine conferma che con l'adolescenza l'attenzione delle ragazze per l'attività fisica cala, ma i bambini italiani in generale già fanno poco sport", dice l'esperto.
L'indagine ha coinvolto circa 2.500 bambini e ragazzi dagli 8 ai 18 anni, due terzi dei quali si erano rivolti all'Agenzia di medicina dello sport e dell'esercizio dell'ospedale Careggi per avere il 'patentino' per l'attività sportiva, mentre gli altri sono stati esaminati e valutati nelle scuole. "Oltre alla visita di medicina dello sport e al controllo di peso, altezza e indice di massa corporea, abbiamo valutato anche massa magra e grassa dei ragazzini, la loro alimentazione e l'attività fisica e sportiva svolta ogni giorno", spiega Galanti.
Risultato? "I ragazzi del 'patentino' presentavano un livello di sovrappeso importante del 15%, mentre gli altri in media del 17%. E se a queste età si dovrebbero accumulare 9 ore di attività fisica a settimana, i primi avevano un debito di 3 ore settimanali, mentre gli altri di 4-5 ore. Il problema è che nelle scuole si fa troppo poco sport, e per il resto i nostri giovanissimi si muovono poco a piedi o in bici". A risentirne "è il sano sviluppo fisico, ma lo sport è anche aggregazione, divertimento", dice Galanti.
E a tavola? "L'apporto di nutrienti quanto a percentuali è grossomodo corretto - precisa l'esperto - ma i bambini e i ragazzi sbagliano i tempi. Spesso mangiano troppo e male al pomeriggio, prima di fare sport. O ancora mangiano troppo la sera. E saltano la colazione". Soprattutto nella pubertà vanno evitati squilibri nell'alimentazione, mentre "praticare sport anche intensi fa bene e non è causa di disturbi, come l'amenorrea. Un corretto stile di vita, caratterizzato da una adeguata nutrizione e attività fisica, è necessario per uno sviluppo armonico del bambino e per il benessere nelle fasi successive della vita".
Fino alla pubertà, aggiunge Galanti, non si riscontrano differenze fra ragazzi e ragazze per quanto riguarda la composizione corporea e la massa grassa.
Poi, per l'influenza degli estrogeni e del testosterone, inizia la differenziazione fra i due sessi. Gli estrogeni determinano l'aumento della deposizione di grasso nelle ragazze e un aumento della crescita della massa ossea, e questo fa sì che le adolescenti sviluppino in altezza prima dei maschi. Ecco che l'alimentazione in questa fase ha un ruolo particolarmente importante.
E la passione di alcuni giovanissimi per gli integratori? "Come è stato detto a un recente congresso americano, l'integrazione con l'uso di barrette non serve se non a chi fa sport estremi. Negli altri casi, oltre a una corretta idratazione, alcuni alimenti si rivelano preziosi integratori 'naturali': penso al latte, al succo di barbabietola, alle ciliegie. Anzi, anche negli adulti si è visto che dopo l'allenamento uno spuntino proteico alla sera è utile all'organismo. Cosa scegliere? Il classico bicchiere di latte prima di andare a letto", conclude.