Milano, 11 set. (AdnKronos Salute) - Efficace per la donna, vantaggiosa per le casse del Servizio sanitario nazionale che in tempi di spending review può risparmiare risorse preziose da reinvestire in salute. Invasività zero è la parola d'ordine della moderna chirurgia ginecologica: "Nei centri italiani di buon livello oggi l'80-85% degli interventi è di ginecologia 'dolce', diventata ormai il nuovo gold standard per il nostro settore". Lo spiega all'AdnKronos Salute Bruno Andrei, referente del progetto di chirurgia mininvasiva ginecologica e oncologica della casa di cura Città di Parma e presidente del quinto Meeting annuale della Sicmig (Scuola italiana di chirurgia mininvasiva ginecologica), in corso da ieri 10 settembre nella clinica emiliana.
Una 3 giorni che riunisce "120 ginecologi con l'obiettivo di insegnare e diffondere le tecniche di chirurgia 'soft': l'isteroscopia e la laparoscopia, ma anche la chirurgia vaginale" che "negli interventi che lo permettono" e "in casi adeguatamente selezionati" è "in assoluto quella con il più basso impatto sul dolore e la più alta efficacia", garantisce Andrei. Nella chirurgia intima 'in rosa' l'accesso naturale è una via da riscoprire, invita lo specialista. La cosa più importante è che "in pochissime ore la donna si alza in piedi e torna nel pieno possesso di tutte le facoltà psicofisiche, con un rischio minimo di complicanze". Ma "anche nell'ottica della spending review di cui tanto si parla, la chirurgia vaginale è sicuramente la più conveniente". Niente tagli, nemmeno i 'forellini' della laparoscopia, né costose dotazioni tecnologiche. Il requisito chiave sta nella manualità del chirurgo e in "un'esperienza che in Italia, purtroppo, negli anni si è un po' persa". Da qui l'esigenza di fare scuola per recuperarla.
"Negli anni '60-70 nel nostro Paese c'erano ottime scuole di chirurgia vaginale - ricorda Andrei - Poi questa disciplina è stata un po' messa da parte in favore della laparoscopia, più di moda, tecnologica e 'scenografica'". Fermi restando i vantaggi di quest'ultima - "estrema precisione, poco dolore, ripresa rapida, convalescenza ridotta, danno estetico infinitesimale e minor tasso di aderenze, elemento che in caso di reintervento ci permette di trovare i tessuti della paziente come una pagina bianca", elenca l'esperto - mettere la chirurgia naturale in secondo piano "è stato un errore perché quella vaginale è invece la via d'elezione per certi interventi: piccoli fibromi, cisti ovariche, oppure patologie emorragiche che richiedono isterectomia e che nella maggior parte dei casi si possono operare attraverso il canale vaginale, con bassissimo impatto per la paziente e costi risibili per il sistema".
A calcolare per la prima volta il risparmio di questa forma di chirurgia ginecologica 'ultra-soft' ci ha pensato di recente l'università Liuc di Castellanza (Varese), che ha analizzato l'esperienza del Dipartimento materno-infantile dell'azienda ospedaliera di Legnano nel Milanese, diretto da Roberto Carminati, uno dei chirurghi che in questi giorni eseguono interventi dimostrativi 'live' nelle sale operatorie della Città di Parma o in diretta 'a distanza' dal Policlinico di Modena.
Nella sua tesi per il corso di perfezionamento in Health Technology Assessment, l'ingegner Alessio Damonti della Liuc ha stimato che in un'Ao come quella lombarda, dove è transvaginale almeno il 60% degli interventi ginecologici (oltre 350 l'anno), questo tipo di chirurgia può produrre un risparmio complessivo annuale pari a circa 50 mila euro. A fronte di un investimento iniziale 10 volte inferiore (5 mila euro), necessario ad addestrare gli operatori.
"Diciamo che negli anni - riflette Andrei - la chirurgia vaginale non ha beneficiato di quel supporto tecnologico ed economico che grandi aziende hanno messo in campo per lo sviluppo della chirurgia laparoscopica. Il nostro meeting vuole fare formazione su tutte le metodiche di chirurgia ginecologica mininvasiva - puntulizza - ma della chirurgia vaginale non dobbiamo dimenticarci, perché è economica e vantaggiosa per la paziente".
Durante il meeting, che ospita come relatori i massimi specialisti italiani in materia, "gli interventi eseguiti dalla Città di Parma vengono effettuati con l'innovativa tecnologia 3D di cui è dotata la struttura - evidenzia l'esperto - Una tecnologia che offre notevoli vantaggi in quanto consente al chirurgo di operare in laparoscopia con una visione tridimensionale, ovvero estremamente realistica, come quella che può fornire una chirurgia a cielo aperto". In definitiva, "la chirurgia sta progressivamente e inevitabilmente progredendo verso interventi sempre meno invasivi. E la Sicmig ha proprio come missione quella di insegnare e diffondere le tecniche di chirurgia ginecologica dolce. La nostra non è una società scientifica - conclude Andrei - ma una vera e propria scuola, a cui partecipano per chiamata chirurghi che tengono corsi di metodiche mininvasive e specialisti cooptate per chiara fama". Obiettivo finale: esportare conoscenza ed esperienza, a vantaggio della donna e del Ssn.