Milano, 23 feb. (AdnKronos Salute) - Diventare mamma e nonna contemporaneamente, dando alla luce il suo stesso nipote. E' la controversa battaglia che sta combattendo una donna inglese di 59 anni, su cui con ogni probabilità si ritroverà a decidere l'Alta Corte. La donna chiede infatti di essere sottoposta a una procedura di fecondazione assistita utilizzando gli ovuli della figlia morta ventenne 4 anni fa, congelati dalla ragazza nella speranza di guarire dal cancro all'intestino che l'aveva colpita e di poter un giorno avere un bambino. L'aspirante mamma-nonna, che per fecondare gli ovociti ricorrerebbe a un donatore esterno, sostiene che questo è stato l'ultimo desiderio espresso dalla figlia prima di morire. Se riuscisse a realizzare il suo sogno, sarebbe protagonista di un caso unico al mondo.
La storia è stata raccontata dal 'Mail On Sunday' e ripresa da vari media britannici, senza divulgare nomi. Al momento, si spiega, nessuna clinica britannica ha accettato la richiesta della donna che insieme al marito, 58 anni, vorrebbe emigrare negli Stati Uniti dove una clinica di New York potrebbe effettuare l'intervento. Prezzo stimato: circa 60 mila sterline. Ma la Human Fertility and Embryology Authority (Hfea) ha rifiutato alla coppia il via libera all'esportazione degli ovuli negli Usa, in assenza di una volontà messa per iscritto dalla figlia della donna prima di morire. La madre si starebbe quindi preparando a procedere per vie legali.
La Hfea non entra nel merito del caso, ma manifesta solidarietà per il dramma familiare e conferma che sulla vicenda sarà sentita la Corte Amministrativa, divisione dell'Alta Corte, in una data ancora da stabilire. La procedura medica alla quale vorrebbe sottoporsi la donna viene considerata irta di difficoltà, con probabilità di successo "molto basse" e il rischio di complicanze "pericolose per la vita".