Roma, 1 feb. (AdnKronos Salute) - La Human Fertilisation and Embryology Authority (Hfea) inglese ha dato il via libera al Francis Crick Institute a modificare geneticamente gli embrioni umani, provenienti da cliniche che utilizzano tecniche di fecondazione in vitro, per comprendere il processo cruciale nelle prime fasi di sviluppo. In particolare, gli scienziati vogliono disattivare alcuni geni di questi embrioni per verificare cosa accade. E' la seconda volta al mondo - riporta il 'Telegraph' - che viene autorizzata questo tipo di procedura. In precedenza, un team cinese ha condotto esperimenti molto simili lo scorso anno.
Attualmente circa il 50% degli ovociti fecondati non si sviluppa correttamente e secondo gli esperti il responsabile potrebbe essere proprio un'anomalia nel codice genetico. Una volta identificati quali sono i geni cruciali per la divisione delle cellule sane, si potrebbero escludere da metodiche di procreazione medicalmente assistita gli embrioni in cui Dna non funziona correttamente. In questo modo, sostengono gli studiosi britannici, si potrebbero prevenire aborti e favorire la fertilità. Il progetto pilota - che dovrà essere sottoposto anche a una valutazione di tipo etico - coinvolgerà fino a 30 embrioni e il team potrebbe lavorare su ulteriori 3 geni, portanto il totale a 120.
Con il via libera della Hfea si apre anche il capitolo delle polemiche su questo fronte di ricerca. In molti infatti accusano la possibilità di aprire le porte all'eugenetica, cioè di selezionare in laboratorio le caratteristiche fisiche più gradite.