Roma, 11 nov. (AdnKronos Salute) - Resta vietata la soppressione degli embrioni frutto di fecondazione assistita. La Consulta ha infatti ritenuto non fondata la questione di legittimità costituzionale sollevata dal tribunale di Napoli relativamente alla parte della legge 40/2004 in cui "è vietata la crioconservazione e la soppressione di embrioni" e "la violazione è punita con la reclusione fino a tre anni e con la multa da 50.000 a 150.000 euro".
Secondo la Corte costituzionale, che si è pronunciata nella stessa sentenza 229/2015 con cui dichiara illegittimo sanzionare la selezione degli embrioni se finalizzata a evitare l'impianto di quelli con malattie genetiche trasmissibili, "la malformazione" dell'embrione "non ne giustifica, solo per questo, un trattamento deteriore rispetto a quello degli embrioni sani". Per questi non si prospetta, "allo stato, altra risposta che la procedura di crioconservazione. L'embrione, infatti, quale che sia il più o meno ampio riconoscibile grado di soggettività correlato alla genesi della vita, non è certamente riducibile a mero materiale biologico", dicono i giudici costituzionali.
La Consulta ricorda poi che, con una precedente sentenza del 2009, aveva "già, del resto, riconosciuto il fondamento costituzionale della tutela dell'embrione e l'ha bensì ritenuta suscettibile di 'affievolimento', ma solo in caso di conflitto con altri interessi di pari rilievo costituzionale (come il diritto alla salute della donna) che, in temine di bilanciamento, risultino, in date situazioni, prevalenti. Nella fattispecie in esame, il vulnus alla tutela della dignità dell'embrione (ancorché) malato, quale deriverebbe dalla sua soppressione, non trova però giustificazione, in termini di contrappeso, nella tutela di altro interesse antagonista".