Il divieto di fecondazione
eterologa è incostituzionale.
Lo ha deciso la Consulta che ha stabilito che l'articolo 4 della legge 40/2004 sulla procreazione medicalmente assistita è incostituzionale.
Con la decisione della Corte Costituzionale
cade quindi il divieto e la sanzione dai 300 mila ai 600
mila euro per chi utilizzava a fini procreativi gameti (ovociti e
spermatozoi) di soggetti estranei alla coppia
richiedente.
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Come funzionava la legge 40
La legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita era già stata smantellata da varie sentenze giudiziarie che avevano reso di nuovo possibile congelare gli embrioni, produrne più di tre e impiantare nell'utero solo quelli ritenuti necessari a ottenere la gravidanza.
Inoltre, avevano restituito la possibilità di accedere alla fecondazione in vitro per le coppie portatrici di malattie che potrebbero essere trasmesse ai figli.
Restano in vigore alcune limitazioni tra cui:
- il ricorso alle madri surrogate;
- la fecondazione nel caso uno dei due componenti della coppia sia deceduto;
- la donazione degli embrioni;
- l'utilizzo degli embrioni per la ricerca scientifica (e quindi possibilità di donazione degli embrioni da parte di una coppia);
- il ricorso alla fecondazione eterologa per coppie dello stesso sesso o single.