Milano, 9 feb. (AdnKronos Salute) - "La vendita dei farmaci in fascia C fuori dalle farmacie può incrementare le difficoltà per i pazienti". La pensano così gli esperti dell'Aiom, l'Associazione italiana di oncologia medica che ritiene "critica e non adeguata per la realtà italiana la liberalizzazione della vendita dei farmaci di fascia C in altre strutture".
"Il farmaco, anche quello in fascia C - afferma in una nota Carmine Pinto, presidente dell'Aiom - svolge un ruolo spesso essenziale, che non va banalizzato e va gestito da farmacisti, proprio per evitare una possibile assunzione non controllata e talora con informazioni non sufficienti su un farmaco. Non dobbiamo dimenticare - precisa l'oncologo - che i maggiori consumatori sono le persone anziane, oltre 12 milioni di persone nel nostro Paese. Sono i pazienti più fragili che molto spesso devono assumere più farmaci insieme perché colpiti da più patologie croniche, talora anche in concomitanza con terapie orali oncologiche. E molti sono anche pazienti che sono riusciti a sconfiggere il cancro. Proprio per questo il farmaco in fascia C va distribuito in strutture con personale sanitario".
"Anche per noi come Aiom - conclude Pinto - il farmacista rappresenta un alleato importante che dovrebbe essere ulteriormente valorizzato proprio quando, grazie ai progressi della ricerca, stiamo rendendo croniche molte patologie oncologiche".