Roma, 4 nov. (AdnKronos Salute) - Due farmacie fallite in due giorni. Circa 30 casi tra fallimenti e concordati preventivi da inizio anno. Tra le farmacie ancora in attività, il 30% versa in condizioni finanziarie gravissime ed è ormai a un punto di non ritorno. Sono le preoccupanti condizioni in cui versano le farmacie di Roma e provincia, colpite ormai da anni da una crisi che negli ultimi tempi si è fatta sempre più pesante, evidenzia Ferderfarma Roma.
"Questi dati sono relativi soltanto al nostro territorio - spiega il presidente Vittorio Contarina - ma anche nel resto d'Italia la situazione non è molto diversa. Le farmacie italiane sono in crisi e molte non ce la fanno, con prevedibili e pesanti conseguenze non solo per chi in quelle farmacie ci lavora, ma anche e soprattutto per i cittadini. E pensare - osserva Contarina - che c'è ancora chi continua a definirci una casta. Quella di oggi non è più la farmacia degli anni '80 e '90. La realtà, come dimostrano questi numeri, racconta tutta un'altra storia, e le ultime due farmacie fallite a distanza di neanche 48 ore l'una dall'altra testimoniano una fortissima crisi che non può più essere sottovalutata dalle istituzioni, le quali devono assolutamente metterci nelle condizioni di dare alla cittadinanza il servizio di pubblica utilità di cui hanno bisogno".
"Non siamo qui a chiedere favori - precisa - non vogliamo alcuna agevolazione di sorta. Vogliamo soltanto rispetto e un riconoscimento formale della crisi che stiamo attraversando. In questo momento la nostra categoria è fragile e non è assolutamente in grado di reggere altri colpi".
"Chiedo inoltre al sindaco Virginia Raggi - conclude il presidente di Federfarma Roma - di riattivare appena possibile i decentramenti, perché molte farmacie del centro di Roma sono letteralmente intrappolate in zone ormai svuotate di uffici e abitanti, continuando a pagare affitti altissimi senza la possibilità di spostarsi fino alla fine della procedura di assegnazione dell'ultimo concorso. Il tempo a nostra disposizione è sempre di meno ed è necessario, per quanto possibile, accelerare i tempi. Non possiamo aspettare ancora".