Roma, 9 feb. (AdnKronos Salute) - Troppi farmaci ad uso umano presenti nei mari e nei fiumi mettono a rischio la salute e la sopravvivenza di alcune specie di pesci. Contraccettivi, antibiotici, antidepressivi, medicinali contro il cancro, sono solo alcune molecole che si ritrovano nei corsi d'acqua, rilasciate dalle urine di chi le assume e non completamente filtrati dai sistemi di depurazione. Nelle acque dolci, ad esempio, la concentrazione degli antidepressivi più comuni, come la fluoxetina, può rendere sterili i pesci rossi, secondo una rilevazione del biologo canadese Vence Trudeau, dell'Università di Ottawa.
I ricercatori hanno studiato gli effetti della fluoxetina su questi pesci della famiglia dei ciprinidi esponendoli a concentrazioni di farmaco pari a quelle ritrovate nei corsi d'acquia delle grandi città canadesi: l'equivalente di una pillola in 10 vasche da bagno domestiche. Con questa quantità dopo due settimane di esposizione i maschi non reagivano ai feromoni della femmina e, quindi, non liberavano più sperma. I biologi hanno ritentato l'esperimeto con la pillola contraccettiva, anche questa molto diffusa. Anche il solo estradiolo ha mostrato effetti negativi sulle capacità riproduttive dei maschi. Ma i due farmaci insieme moltiplicano per 5 gli effetti.
A lungo termine, oltre ai problemi sessuali, si producono anche effetti a livello renale che possono portare alla morte i pesci rossi maschi. Lo studio, ricordano gli esperti, stima solo l'effetto di due molecole su una particolare specie di pesci. Molto c'è ancora da capire sulle diverse specie e sul mix dei vari farmaci presenti nelle acque di fiumi e mari.