Roma, 20 gen. (AdnKronos Salute) - La prescrizione diffusa delle statine, farmaci che tengono sotto controllo i livelli di colesterolo, può incoraggiare le persone a 'farsi bastare' la terapia medica e a non intervenire sui propri stili di vita non salutari. L'illusione è infatti che le pillole possano sempre e comunque fare da 'scudo' ai problemi cardiovascolari. E' l'allarme lanciato dalle pagine della rivista britannica 'Presciber' dai cardiologi Aseem Malhotra e Simon Capewell: secondo il loro parere, i medici che raccomandano questi medicinali farebbero altrettanto bene a ricordare l'importanza di mangiare una mela o una manciata di noci al giorno, per la protezione contro gli attacchi di cuore e ictus.
Malhotra e Capewell sostengono che i pazienti a basso rischio di malattie di cuore dovrebbero ricevere informazioni più chiare sui rischi e i benefici delle statine. Ma la direzione intrapresa sembra essere opposta: il sistema sanitario nazionale inglese ha recentemente raccomandato che a chiunque abbia un rischio del 10% di cardiopatie nei futuri 10 anni vengano prescritti i farmaci. E' destinato quasi a raddoppiare, dunque, il numero di persone che avrà accesso a queste terapie. Ma nell'editoriale, i due medici non cambiano idea: suggeriscono che ai pazienti a basso rischio sarebbe meglio dare solo consigli per migliorare il loro stile di vita, dato che l'80% dei disturbi di cuore è legato alla dieta, al fumo o alla mancanza di esercizio fisico.
"Le statine non dovrebbe offrire l'illusione di dare una sorta di 'protezione' a tutto tondo, consentendo di non impegnarsi in comportamenti di vita sani", scrivono gli esperti. L'anno scorso, nel corso del furioso dibattito sui benefici e i rischi delle statine, Malhotra fu costretto a ritirare una dichiarazione fatta sul 'British Medical Journal' in cui rivendicava che questi farmaci causano effetti collaterali in un paziente su 5, ricorda il 'Telegraph' online.