Novità sull'autismo: una ricerca sembra legare la malattia anche ad alcune sostanze presenti nei diserbanti. E in più alcuni parenti dei pazienti mostrano comportamenti e anomalie associate all'autismo, pur non essendo malati.
Un bambino autistico alle prese con un test di riconoscimento e reazione alle espressioni facciali. Gli autistici, infatti, hanno difficoltà a riconoscere il linguaggio del corpo e le emozioni degli altri. |
È Antonio Persico dell'Università di Roma ad avanzare questa ipotesi: nei suoi studi ha notato che le variazioni genetiche connesse con l'insorgenza dell'autismo non sono uniformemente diffuse: sono presenti negli Stati Uniti, per esempio, ma non in Italia. Dunque certi fattori ambientali - ecco la conclusione di Persico - potrebbero funzionare da detonatore nell'origine di questa malattia.
Insetticidi che fanno male al cervello. Sembrerebbe infatti che una delle funzioni della paraoxonasi sia quella di rendere innocue le sostanze contenute negli insetticidi diffusi nelle case americane. Gli autistici americani impiegherebbero dunque la maggior parte della loro paraoxonasi per difendersi da queste sostanze chimiche, lasciandone soltanto piccole dosi per svolgere il loro compito principale, cioè quello di salvaguardare lo sviluppo nel cervello.
Ambiente e famiglia. In questi giorni sono state pubblicate altre due ricerche che sottolineano inoltre come alcune peculiarità del cervello degli autistici siano in qualche modo familiari. Eric Peterson dell'Università del Colorado, per esempio, ha riscontrato nei soggetti malati e nei loro familiari uno scarso sviluppo dell'area che controlla la capacità - assente negli autistici - di interpretare le espressioni degli altri; un'altra ricerca, condotta all'Università del Wisconsin, ha dimostrato come la tendenza ad evitare di incrociare lo sguardo degli altri sia presente tanto negli autisitici quanto nei loro fratelli sani. Questa abitudine sarebbe legata a un'anomala struttura dell'amigdala, la parte del cervello coinvolta nelle reazioni emotive. Anomalia puntualmente riscontrata anche nei fratelli dei soggetti malati.
(Notizia aggiornata al 30 novembre 2005)