Milano, 1 lug. (AdnKronos Salute) - 'La salute vien mangiando! Piatti sani per il diabete e non solo'. Punta a promuovere l'alimentazione come terapia un progetto promosso dal ministero della Salute per l'Expo di Milano, con l'obiettivo di dimostrare il ruolo chiave della dieta mediterranea non solo nelle prevenzione, ma anche nel trattamento di malattie epidemiche come il diabete e le cardiopatie: un vero e proprio 'farmaco', complementare a quelli prescritti dal medico e all'attività fisica. L'iniziativa, voluta dal dicastero con la Fondazione 'Salute e Benessere', da 'Le università per Expo 2015. Comitato scientifico del Comune di Milano', da istituzioni sanitarie, società scientifiche, atenei e associazioni pazienti, è stato presentato oggi nel capoluogo lombardo a Palazzo Marino, sede dell'amministrazione comunale.
Per trasmettere il valore della 'mediterraneità' a tavola, gli esperti hanno individuato due killer silenziosi: il diabete che rappresenta il paradigma delle malattie croniche, e le complicanze cardiovascolari prima causa di morte. Nella lotta al diabete, ad esempio, si è osservato che un'alimentazione controllata e di qualità, insieme all'esercizio fisico, è in grado di ridurre l'insorgenza della patologia nel 66% delle persone a rischio: una percentuale doppia rispetto all'utilizzo dei farmaci, che la diminuisce nel 33% dei soggetti predisposti. In alcuni casi, addirittura, mangiare bene e muoversi può favorire la remissione della 'malattia del sangue dolce', permettendo un controllo adeguato della glicemia.
Non è poco, considerando che in Italia sono almeno 4 milioni le persone con diabete, il 90% delle quali soffre del tipo 2 legato a stili di vita e obesità. Il costo reale della patologia è di 4 mila euro a paziente ogni anno, di cui il 90% viene speso per le complicanze e il 10% per la gestione standard. Il controllo dell'alimentazione, inteso come una minore assunzione di proteine e un maggior apporto in fibre e grassi insaturi, aiuta il paziente con diabete anche a perdere peso. Altro obiettivo cruciale, se si pensa che il 66,4% dei diabetici di tipo 2 è in sovrappeso o obeso. Tanto che gli addetti ai lavori hanno coniato il termine 'diabesità', a indicare la stretta correlazione fra le due condizioni.
"Numerose ricerche scientifiche - spiegano i promotori del progetto - attestano che anche un minimo calo ponderale può determinare una riduzione del rischio di sviluppare il diabete, attraverso un miglioramento del metabolismo". Tutti questi dati, insieme, dimostrano "l'importanza di investire sugli stili di vita, in modo particolare alimentazione ed esercizio fisico, come prevenzione efficace delle complicanze, soprattutto cardiovascolari".
Ecco perché, con il progetto pensato per Expo, "mondo scientifico, associazioni dei pazienti e ministero della Salute si impegnano insieme a operare affinché si riescano a modificare i dati negativi che caratterizzano gli stili di vita delle persone diabetiche.
Mentre infatti in Italia si riscontrano dati positivi sull'appropriatezza farmacologica, grazie a un impegno che il Servizio sanitario nazionale ha dedicato a questa cronicità, minore attenzione è stata invece dedicata all'educazione dei pazienti sullo stile di vita. Il progetto vuole trovare le ragioni di questa difficoltà e soprattutto individuare una strategia che consenta di modificare stili di vita non salutari, trasformandoli in strumenti che possano diventare indicatori di salute pubblica e di benessere economico per le casse dello Stato".
In conclusione il tema dell'alimentazione, pilastro dell'Expo milanese, "è l'occasione per declinare gli studi scientifici nella vita quotidiana delle persone diabetiche e affette da malattie cardiovascolari. Come i diabetici sono il paradigma delle cronicità, i piatti sani devono diventare un benessere per tutti". L'Esposizione Universale tricolore è dunque "l'opportunità per presentare due valori prettamente italiani: la dieta mediterranea, ma soprattutto il network dei Centri di diabetologia costituito da numerose strutture di rilievo dove sono in cura oltre tre quarti dei malati italiani: un modello virtuoso e unico al mondo per l'assistenza e per raccogliere dati, spunti e informazioni sulla malattia". Il progetto 'La salute vien mangiando' è realizzato con il contributo non condizionato di Farmindustria, Assobiomedica, Fondazione Lilly, Mineracqua e Fondazione Acqua per la cultura dell'acqua da bere.