Roma, 10 dic. (AdnKronos Salute) - Un appello corale ai parlamentari perché discutano di eutanasia, prendendo in considerazione la proposta di iniziativa popolare, firmata da 67mila cittadini e depositata a settembre 2013 alla Camera. In 200 secondi 70 persone, tra personaggi pubblici, malati, medici e infermieri, si alternano per chiedere ai politici di avviare finalemente la discussione sul tema, in un videoappello presentato, oggi a Roma, dall'Associazione Luca Coscioni, che anima da tempo la campagna per l'eutanasia legale e il pieno riconoscimento del testamento biologico.
"Oggi è la Giornata dedicata ai diritti umani e presentiamo una nuova tappa della nostra campagna, perché la libertà di scelta è un diritto dell'uomo: non c'è differenza tra chi chiede cure e chi quelle cure non le vuole più", spiega Filomena Gallo segretario dell'Associazione. "Le abbiamo provate tutte - ha ricordato Marco Cappato - tesoriere dell'Associazione - ma il Parlamento fino ad ora è rimasto sordo. Negli 8 anni trascorsi dalla morte di Pietro Welby è stata sprecata ogni occasione per discutere una legge sul fine vita. Nessuno dei gruppi parlamentari da quando è stata depositata la nostra proposta d di iniziativa popolare, nel settembre 2013, è riuscito a mettere all'ordine del giorno il tema. Non c'è stata nemmeno un'audizione".
Da qui il video-appello con la voce di persone, note e meno note: da Corrado Augias a Luca Barbarossa, da Vittorio Feltri a Roberto Saviano. "Si tratta di riconoscere un diritto umano. Il diritto di morire", dice Umberto Veronesi nel messaggio. "Potrebbe essere semplice" aggiunge Marco Pannella. "Ed è semplice. Basta cominciare a discuterne", conclude Michelangelo Tagliaferri. Voci a cui si aggiungeranno, spiegano dall'Associazione Coscioni, quelle di tutti i cittadini che vorranno inviare un videomessaggio ai parlamentari per invitarli ad affrontare il tema attraverso la campagna #LiberiFinoAllaFine. Con uno smartphone, un tablet o una webcam, si può registrare un breve video che cominci con la frase "Onorevoli parlamentari" e che può essere tweettato con l'hashtag della campagna o inviato via mail a coordinamento@eutanasialegale.it.
La battaglia dell'Associazione per l'eutanasia legale "non è cominciata oggi" sottolinea Filomena Gallo, ricordando il percorso fatto con Piero Welby, che decise di rendere pubblica la decisione di staccare la spina con l'aiuto del medico Mario Riccio. "Oggi ci sono oltre 120 con registri per il testamento biologico. Circa 10 mila italiani ne hanno sottoscritto uno soprattutto on line, sul nostro sito" .
"E' la prima volta che un così ampio numero di malati, personalità, medici ed infermieri si uniscono per dare volto e voce ad una grande questione sociale", ha sottolineato Cappato che considera di fondamentale importanza l'impegno dei politici a discutere della questione ma anche quello delle reti della tv pubblica a favorire un dibattito sociale.
"La gente - ha concluso Marco Pannella - è d'accordo con la nostra battaglia. Ma il mostro del proibizionismo, ovviamente non lo è. Stiamo lottando perché la legalità coincida con le convinzioni più profonde della specie umana che è il diritto a scegliere".