Milano, 14 nov. (AdnKronos Salute) - "Il mio parere sull'immigrazione è molto aperto. E' un fenomeno inevitabile che ci arricchisce e non dobbiamo temerlo". Ne è convinto Umberto Veronesi, presidente e fondatore del movimento 'Science for Peace', che oggi in occasione della sesta Conferenza mondiale in corso a Milano spiega come "proprio la scienza abbia gli strumenti culturali e il coraggio di pensare l'immigrazione in una prospettiva diversa".
In generale, sottolinea dal palco della manifestazione ospitata dall'università Bocconi, "l'atteggiamento delle persone sta lentamente cambiando". Veronesi ricorda anche "le prime parole di Fabiola Gianotti, dopo la nomina a direttore del Cern di Ginevra. Ha detto che lavorerà per la pace e il Cern è l'espressione concreta della forza della scienza in questo senso, con i migliori giovani di ogni razza, religione, provenienza politica che lavorano gomito a gomito. La scienza ha un linguaggio universale".
"Da che mondo è mondo - aggiunge a margine del suo intervento - le persone si spostano dai Paesi poveri a quelli più ricchi, è sempre stato così. Anche milioni di italiani all'inizio del secolo scorso sono andati negli Usa e nessuno alla fine ha protestato. Di solito quando arriva una popolazione nuova c'è il vantaggio della cosiddetta mescolanza delle culture, che è un grande fattore di progresso. Gli Stati Uniti sono il più avanzato Paese del mondo perché sono praticamente tutti immigrati". Questo, riflette, "è un tema cruciale a cui troppo spesso guardiamo con soggezione e impotenza. I miei pensieri sono diversi da quelli della Lega - dice, rispondendo a una domanda sui timori spesso espressi nell'ambito del dibattito sull'immigrazione in Italia - Penso sia un bene che vengano persone da altri Paesi".
L'Europa "è grande e l'Italia è un Paese di passaggio - continua Veronesi - Bisogna organizzarsi, le frontiere non ci sono più. E' inevitabile che il problema vada affrontato a livello europeo". La Germania, ricorda, "ha molti più immigrati dell'Italia. Anche la Spagna e la Francia. Non c'è ragione di preoccuparsi. Siamo anche un Paese a crescita zero, gli stranieri almeno ci fanno crescere un po'".
Per lo scienziato, dunque, "non c'è motivo di temere il cambiamento, ma occorre prepararsi a gestirlo. Immigrazione significa anche idee nuove e nuovi cervelli, l'incrocio fra varie culture crea intelligenza". Certo, scrive l'oncologo in una nota che riassume il suo pensiero, "sono processi che creano conflitti, anche le reazioni e i timori di tanti vanno riconosciuti e meritano risposte adeguate. Ma alla lunga, sono persuaso che sarà un fenomeno produttivo".