Roma, 28 lug. (AdnKronos Salute) - Per le persone allergiche ai pollini, frutta e verdure crude sono 'off limit'. In estate, quando sulle tavole si abbonda con pesche, albicocche e meloni e si mangiano più volentieri pomodori, finocchi, carote e insalate varie è infatti più elevato il rischio di andare incontro a una serie di reazioni che si manifestano assumendo questi alimenti. Si va dall’intenso pizzicore alla bocca fino all’edema del cavo orale, ma a volte anche all’edema della glottide con senso di soffocamento. A mettere in guardia gli allergici golosi di frutta sono gli esperti del Servizio di Allergologia dell’Azienda ospedaliera 'Ospedale Sant’Anna' di Como.
Questo tema rappresenta la terza e ultima puntata della campagna informativa 'Awareness sulle malattie allergiche', promossa in Europa dall’Accademia europea di allergologia e immunologia clinica (Eaaci), a cui ha aderito l’Associazione allergologi e immunologi territoriali e ospedalieri (Aaito) e alla quale partecipa anche il Servizio di dell' 'Ospedale Sant’Anna' di Como.
L'allergia alimentare è una preoccupazione crescente per la salute pubblica, in quanto colpisce più di 17 milioni di persone nella sola Europa. Negli ultimi dieci anni c'è stato un aumento di sette volte dei ricoveri ospedalieri per gravi reazioni allergiche nei bambini. Più di 120 alimenti sono stati indicati quali causa di allergie alimentari e tra le cause più frequenti di reazioni alimentari troviamo il latte, le uova, il grano, le arachidi, le noci, il pesce e i crostacei.
"L’allergia a frutta fresca o a vegetali - spiega Marina Russello, specialista in Allergologia e immunologia clinica del Sant’Anna - è correlata con estrema frequenza all’allergia a pollini e pertanto viene spesso riscontrata nel soggetto adulto, affetto da rinite allergica. Il paziente allergico si trova in questo momento dell’anno a dover rinunciare a tali prodotti per una serie di fastidiosi sintomi che compaiono mangiando certi alimenti".
Ma perché tale fenomeno? "Alcuni allergeni del mondo vegetale - spiega Russello - sono molto simili strutturalmente ad allergeni della frutta, per cui il sistema immunitario riconosce entrambi come 'estranei', causando poi questi sintomi che per molti sono incomprensibili. L’esempio più tipico è l'allergene della betulla, che è quasi uguale a quello della mela. Esistono poi le profiline che sono allergeni comuni a piante, frutti e vegetali che causano reattività crociate nei soggetti predisposti".
Secondo gli esperti, una soluzione al problema consiste nel trattare il frutto o la verdura con una breve cottura o con il succo di limone, che alterano la molecola allergizzante rendendola innocua.
Non sempre, però, è così semplice: "I frutti - prosegue Russello - contengono anche proteine che non vengono alterate né dalla cottura né dalla digestione gastrica e pertanto possono causare gravi reazioni, anche anafilattiche, al soggetto che a tali proteine è sensibilizzato. Un esempio caratteristico, soprattutto nella popolazione mediterranea, è l’allergia alla pesca".