Salute

Esperti, servono interventi precoci per indirizzare relazioni tra pari e limitare esclusioni

Studio in scuole elementari, oversize piacciono meno a coetanei e più spesso vengono presi di mira e derisi

Milano, 25 mag. (AdnKronos Salute) - L'ago della bilancia sale e anche il cuore può appesantirsi di tristezza. E' dura la vita dei baby-oversize: già in tenera età la taglia XXL diventa una 'lettera scarlatta' che rischia di allontanarli dal mondo dei coetanei e di segnarli in fondo all'anima. Secondo un nuovo studio condotto negli Usa - dove circa un bambino su 20 è gravemente obeso con costi annui miliardari per il Governo - già al primo grado di obesità i bambini con tanti chili di troppo hanno maggiori probabilità di diventare introversi e mostrare segni di depressione. Piacciono meno ai loro coetanei e sono più spesso presi di mira e derisi dai compagni di classe 'normopeso'. Un problema che riguarda numeri sempre più alti di piccoli cittadini, visto che l'obesità infantile è quasi quadruplicata nella fascia tra i 6 e gli 11 anni di età dal 1980 a oggi.

La ricerca, pubblicata su 'Child Development', è stata condotta da ricercatori della Oklahoma State University, dell'University of Arkansas for Medical Sciences, dell'University of North Carolina-Greensboro e della West Virginia University. Gli scienziati hanno indagato direttamente sul vissuto reale dei baby-obesi, raccogliendo informazioni provenienti da più fonti di coetanei in diversi gruppi di peso. In tutto sono stati presi in considerazione 1.164 alunni di prima elementare di 29 scuole rurali in Oklahoma per esaminare la vita sociale e psichica dei bambini obesi. I piccoli protagonisti del lavoro vivevano in 20 città di 8 contee, con tassi di obesità in età adulta che variavano dal 28 al 41%. La maggior parte proveniva da famiglie di bianchi con reddito basso, mentre circa un quinto degli studenti erano di origine indiano-americana.

"L'obesità grave è un evidente rischio psicosociale per i bambini, anche a 6 anni d'età", avverte Amanda W. Harrist, che ha guidato lo studio ed è docente di Sviluppo infantile all'Oklahoma State University. "I bambini che sono ostracizzati - spiega - come è avvenuto con quelli gravemente sovrappeso protagonisti del nostro studio, subiscono gravi danni, con sentimenti di solitudine, depressione e aggressività, hanno maggiori probabilità di saltare la scuola e poi di ritirarsi".

Dallo studio emerge che più l'ago della bilancia schizza in alto, peggiori sono le conseguenze. I bimbi gravemente obesi sono stati presi in giro più dei compagni in sovrappeso. Non solo: vengono attivamente rifiutati dai pari e frequentemente citati come i meno preferiti. I bambini obesi invece non vengono proprio menzionati dai coetanei quando viene chiesto loro con chi preferiscono o meno giocare. In termini di salute emotiva, i piccoli obesi gravi mostravano più sintomi di depressione rispetto ai bambini in sovrappeso e normopeso.

Inoltre sia gli obesi che gli obesi gravi - rispetto ai coetanei sovrappeso - avevano più sintomi fisici (per esempio, lamentavano più volte dolori e avevano all'attivo più visite all'infermeria della scuola), che potrebbero essere il risultato di stress o preoccupazioni psicologiche.

Tutti questi fattori a lungo andare possono esacerbare nei bambini oversize i conflitti con il loro peso. Ad esempio, il rischio è che si trovino a mangiare per compensazione, presi dalla 'fame nervosa', per affrontare il dolore del rifiuto. Altra deriva è quella di evitare i giochi fisici con i compagni per sfuggire a eventuali derisioni. E come in un circolo vizioso anche queste reazioni rischiano portare a un aumento di peso aggiuntivo.

Alla luce dei risultati della ricerca, riflette Glade L. Topham (Oklahoma State University), coautore dello studio, "gli sforzi per mettere in campo interventi di prevenzione dovrebbero cominciare presto e indirizzare le relazioni tra pari", con l'obiettivo di "limitare l'esclusione e la presa in giro e aiutare gli studenti a formare amicizie".

25 maggio 2016 ADNKronos
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