Salute

Ebola: 'sindrome post-virus' nei sopravvissuti sotto la lente degli esperti

Le complicanze mentali e fisiche si manifestano quando la malattia non è più presente nel sangue

Milano, 26 feb. (AdnKronos Salute) - Ebola passa, ma i problemi restano. Tanto che gli esperti iniziano a parlare di 'sindrome da post-Ebola'. I ricercatori dell'University's Institute of Translational Medicine di Liverpool hanno condotto uno studio sui sopravvissuti al virus in Sierra Leone per descrivere i problemi medici che continuano ad avere, anche dopo il recupero dalla fase acuta della malattia. I risultati sono stati pubblicati su 'Emerging Infectious Diseases'. Ed è dei giorni la notizia di simili osservazioni sui 'reduci' dell'infezione in Liberia.

Questa settimana Pauline Cafferkey, l'infermiera scozzese dichiarata guarita dal virus, è stata ricoverata in ospedale per la terza volta per quelle che gli esperti hanno chiamato complicazioni tardive di Ebola, sollevando ulteriori domande sull'impatto a lungo termine della malattia. Cafferkey è una delle migliaia di sopravvissuti con problemi che sembrano essere correlati a effetti 'ritardati' del virus.

Per saperne di più sui sintomi che persistono o si sviluppano dopo la dimissione ospedaliera, Janet Scott e Calum Semple dell'università di Liverpool e i loro colleghi del 34th Regiment Military Hospital di Freetown in Sierra Leone hanno esaminato e intervistato ogni sopravvissuto dimesso dall'Ebola Treatment Unit della struttura africana. Tra il 1 dicembre 2014 e il 30 marzo 2015 nell'ospedale sono state trattate 84 persone con Ebola, di cui 44 (il 52%) hanno sconfitto il virus. I sopravvissuti sono stati intervistati ed esaminati al loro primo appuntamento di follow-up, 3 settimane dopo la dimissione, dopo aver eseguito 2 esami del sangue negativi per il virus. Delle 44 persone monitorate, il 70% ha riferito dolori muscolo-scheletrici, il 48% ha detto di soffrire di mal di testa e il 14% di avere problemi alla vista.

"Non conosciamo ancora molto della sindrome post-Ebola - spiega Scott - Ciò è dovuto in parte al fatto che in passato l'alto tasso di mortalità della malattia non ha lasciato molti sopravvissuti. Data la portata dell'ultima epidemia, ora abbiamo accesso a più sopravvissuti che possono aiutarci a capire meglio i danni che il virus causa e gli effetti a lungo termine. Ci sono evidenze crescenti che Ebola causi problemi mentali e fisici nei sopravvissuti, anche dopo che il virus viene eliminato dal flusso sanguigno".

"Attualmente, ci sono molte prove aneddotiche sulla sindrome post-Ebola - prosegue l'esperta - E' necessario continuare a studiare i sopravvissuti se vogliamo saperne di più su come funziona il virus e come li colpisce. L'epidemia di Ebola è in calo, ma gli effetti della malattia restano".

"Ebola ha rivelato al mondo la fragilità dei sistemi sanitari in Africa occidentale - afferma Semple - L'impatto del virus è stato profondo, con 28.639 casi e 11.316 decessi.

Mentre l'interesse per Ebola diminuisce, non dobbiamo dimenticare che la maggior parte dei 17 mila sopravvissuti in Africa occidentale ha ancora problemi di salute e che 12 mila bambini sono rimasti orfani. C'è stato anche scioccante impatto secondario su altri servizi sanitari ed educativi".

26 febbraio 2016 ADNKronos
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