La guerra al virus Ebola ha lasciato sul campo 1229 morti, e 2240 casi diagnosticati dall'inizio dell'epidemia in Africa occidentale: è quanto raccontano i nuovi dati sull'infezione rilasciati oggi dall'Organizzazione Mondiale della Sanità.
Solo tra il 14 e il 16 agosto, sono stati registrati 113 nuovi casi di malattia (confermati o sospetti) e 84 decessi in Guinea, Liberia, Nigeria e Sierra Leone. Non è morta di Ebola, invece, la donna britannica trovata senza vita nella sua casa in Austria dopo un viaggio in Nigeria: un caso che aveva generato paura in Europa e di cui si era parlato nei giorni scorsi.
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Provviste per chi è isolato. L'OMS starebbe intanto lavorando con il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite (World Food Programme) per garantire cibo a chi vive nelle zone di quarantena dei quattro paesi colpiti: un milione di persone in tutto, che non possono lasciare le loro case per procurarsi da vivere. «Garantire regolari scorte di cibo è un mezzo potente per limitare gli spostamenti non necessari», ha fatto sapere l'OMS.
Assalto "kamikaze". Mantenere l'ordine pubblico è uno dei problemi più pressanti, per i governi dei paesi colpiti: è di pochi giorni fa (è accaduto tra il 16 e il 17 agosto) la notizia dell'assalto di un ospedale di Monrovia, capitale della Liberia, da parte di un gruppo di uomini armati, che ha distrutto e saccheggiato il centro di cura provocando la fuga di 17 pazienti contagiosi (poi ritrovati e ricoverati) e di tutto il personale sanitario. Gli aggressori gridavano che il virus "non esiste": ma l'episodio - destinato ad aumentare il contagio nella zona - dimostrerà, purtroppo, il contrario (Ebola: perché questa epidemia è diversa da quelle passate).
Effetti politico-economici. La psicosi dell'epidemia ha portato molte compagnie aeree a sospendere i voli per l'Africa occidentale: una decisione per cui l'OMS si è detta delusa, e che sta rendendo più difficile, per gli operatori sanitari, raggiungere le zone colpite (il virus Ebola puà viaggiare in aereo? Leggi). Intanto, il Camerun ha chiuso le frontiere con la Nigeria, per prevenire la diffusione del virus, mentre il Burkina Faso ha deciso di sospendere il vertice dell'Unione Africana previsto per settembre, "per l'emergenza sanitaria" rappresentata dall'epidemia.
Un lungo lavoro. Secondo Medici Senza Frontiere, l'organizzazione che più di tutte si sta spendendo per aiutare i malati, occorreranno almeno 6 mesi per mettere sotto controllo l'epidemia. Una previsione ottimistica, secondo il presidente della Ong Joanne Liu, che ha aggiunto che il focolaio più importante si trova, in questo momento, in Liberia: è lì che la corsa del virus appare, ora, più fuori controllo.
Miracoli annunciati. Accanto al lavoro, serio e senza sosta, delle organizzazioni sul campo c'è spazio, purtroppo, anche per gli eccessi e le false promesse di controverse personalità che sfruttano la sofferenza dei malati per farsi pubblicità. L'ultimo episodio è quello del milionario e predicatore nigeriano Temitope Joshua Balogun, che ha fatto sapere di aver inviato in Sierra Leone 4 mila bottiglie di un'acqua miracolosa capace di curare la malattia, insieme a 50 mila dollari. Il tutto, su un jet privato.
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