Roma, 22 ott. (AdnKronos Salute) - Corsa all'acquisto dei dispositivi di protezione individuale (guanti, tute, stivali e mascherine), raccomandati dall'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) come scudo anti-Ebola, anche per gli ospedali italiani. "Negli ultimi 15 giorni nei reparti di malattie infettive degli ospedali italiani c'è stata un'accelerazione nell'acquisto delle protezioni da usare nel caso arrivi un paziente con Ebola. Purtroppo non ci sono indicazioni generali su quali prodotti acquistare e si cerca di testarli per capire se funzionano e hanno una facilità nell'utilizzo". A spiegarlo all'Adnkronos Salute è Matteo Bassetti, direttore del reparto malattie infettive dell’ospedale di Udine.
"Le notizie dei contagi in Usa e in Spagna hanno aumentato il livello di guardia - aggiunge Bassetti - in molte Regioni gli ospedali hanno chiamato i rappresentanti delle aziende che commercializzano questi prodotti per capire cosa avevano a disposizione. Nel nostro reparto abbiamo testato diversi prodotti per scegliere quelli migliori per il nostro lavoro".
"Molte tute - afferma - sono pesanti e creano problemi di mobilità a chi le indossa, dentro si suda molto e questo non va bene. Per questo li proviamo per avere all'occorrenza il presidio migliore a disposizione del medico o dell'infermiere che dovrà gestire un caso di Ebola".
"La Regione Friuli Venezia-Giulia - sottolinea Bassetti - già ad aprile 2014, agli albori dell'epidemia di Ebola in Africa, ha stilato un documento per la gestione dei casi sospetti. Mi risulta sia stata la prima Regione. Come dipartimento noi eravamo già pronti, l'epidemia di Sars in passato è stata un banco di prova. E' chiaro che l'accelerazione dell'epidemia di Ebola in Africa occidentale ha cambiato le carte, ma soprattutto quello che sapevamo sul contagio ad aprile 2014 è ben diverso da ciò che si è scoperto nell'ultimo periodo. Anche le raccomandazioni sanitarie - osserva l'infettivologo - si sono modificate con l'acquisizione di maggiori informazioni sulla capacità di contagio del virus".
Secondo Bassetti, gli ospedali italiani e i loro reparti di malattie infettive sono molto attrezzati "in Friuli, ma anche in Veneto, Liguria, Lombardia ed Emilia Romagna - spiega - Regioni dove sono in contatto con diversi colleghi, le strutture sono preparati e si può essere ragionevolemente tranquilli".