Il dottore-missionario americano Kent Brantly, contagiato ai primi di agosto da Ebola, è stato dimesso ieri dall’Emory University Hospital di Atlanta (USA) dopo essere stato curato per primo con il siero sperimentale Zmapp.
Anche l’infermiera Nancy Writebol che con Brantly aveva contratto Ebola, è stata dimessa martedì scorso. In una conferenza stampa pubblica Brantly ha ringraziato i medici dell'ospedale e tutti coloro che si sono impegnati nella sua guarigione.
Il siero sperimentale. Brantly era stato trasferito negli Usa il 2 agosto dopo aver ricevuto una prima dose del siero che sembra quindi aver dimostrato la sua efficacia contro il virus.
Lo Zmapp era stato testato fino ad allora solo sulle scimmie ma le condizioni disperate di Brantly lo indussero ad accettare il trattamento. Da allora Brantly è progressivamente migliorato, così come l’infermiera Writebol.
Lo stesso siero si è rivelato inutile per un missionario spagnolo 75enne, Miguel Pajares.
Perché sono guariti? I medici dell'Emory University Hospital in cui i due pazienti sono stati curati non sanno se il farmaco Zmapp sia stato efficace contro il virus dell'Ebola. Saranno necessari ulteriori studi.
Secondo i medici, nelle guarigione di Brantly e Writebol sono intervenuti sopratutto altri fattori: le cure di alto livello ricevute presso l'Emory University Hospital.
Innanzitutto i sintomi della febbre emorragica causata dal virus nei due pazienti sono stati mitigati da altri farmaci. Inoltre la perdita di potassio, calcio, magnesio e altri elettroliti sono stati tenuti sotto stretto controllo. Quando questi elementi e i fattori coagulanti scendevano sotto una certa soglia, venivano integrati direttamente con tecniche che prevedono il maneggiamento e la sostituzione di sangue infetto. Si tratta di tecniche pericolose e delicate, e per questo molto costose, che non è facile portare in Africa.
Immuni. Brantly e Writebol sono ora considerati immuni dal ceppo Zaire del virus Ebola (ZEBOV, quello responsabile di questa epidemia), ma non sono i primi pazienti a sopravvivere. ZEBOV in genere ha una mortalità che può arrivare fino al 90% (1 paziente su 10 ce la fa) e l'attuale epidemia ha una mortalità di circa il 50%.
grave la situazione in Africa. Le ultime stime parlano di 1350 vittime dell'epidemia Il Sud Africa - come Camerun e Kenya - ha chiuso le sue frontiere ai viaggiatori provenienti dai 4 paesi ad alto rischio (Guinea, Liberia, Nigeria e Sierra Leone).
In Liberia, West Point (un quartiere di Monrovia) è tenuto in quarantena da mercoledì 20 agosto e nessuno può entrare o uscire per via dell'epidemia. Nel sobborgo vivono circa 50mila persone.