Salute

Come avviene il contagio con il virus Ebola

Il rischio che il virus Ebola arrivi in Italia è (ancora) del 5%. Ma se arrivasse, come si potrebbe prendere il virus Ebola? Le cose da sapere e alcuni esempi.

Ne abbiamo già accennato nelle 8 cose da sapere su Ebola, ma vale la pena approfondire l'argomento e fare degli esempi concreti: come si prende il virus Ebola?

Partiamo dalla teoria. La trasmissione del virus è molto rapida, attraverso il contatto diretto con i fluidi corporei, come muco o sangue, ma anche attraverso le lacrime o la saliva, il vomito o le feci.

Per contatto diretto si deve intendere che questi fluidi devono toccare le nostre membrane mucose (bocca, naso, occhi, vagina) o delle ferite aperte.

Anche se di solito questi virus non si trasmettono attraverso l'aria, è stata dimostrata nelle scimmie la trasmissione in goccioline contenenti il virus.

È probabile che la trasmissione possa avvenire anche attraverso i rapporti sessuali (vedi approfondimento a fine pagina).

Come si può prendere Ebola

  • Baciando una persona malata;
  • Toccando qualcosa su cui è caduto del fluido corporeo di una persona malata, per esempio un cellulare, la maniglia di una porta o la tastiera di un bancomat.
    Come può accadere una cosa simile? Il virus Ebola sopravvive alcune ore all’esterno di un organismo e alcuni giorni nei fluidi corporei; se si tocca la superficie infetta e poco dopo ci si toccano gli occhi o si mettono le dita in bocca potrebbe avvenire il contagio.
    Va notato che il virus viene facilmente ucciso da disinfettanti come la candeggina.
  • Mangiando il cibo di un malato. Per la stessa ragione di sui sopra, può essere entrato in contatto con la saliva infetta.
  • Venendo punti dall'ago di una siringa usata per curare un paziente con Ebola.
  • Pulendo il cadavere di una persona morta a causa di Ebola. È una delle principali vie di diffusione del virus nei Paesi africani, dove si seguono particolari rituali durante i funerali.
  • Facendo sesso con un malato o con una persona guarita da Ebola. Sembra infatti che il virus rimanga attivo nello sperma anche a distanza di 3 mesi dalla guarigione (82 giorni).
  • Mangiando animali selvatici (scimmie e pipistrelli) crudi, che sono entrati in contatto con il virus Ebola. Ipotesi impossibile in Italia, a meno di non avere un fortissimo istinto suicida.
  • Un'esercitazione dell'aeronautica militare per simulare l'intervento d'emergenza nel caso di arrivo in Italia di un malato di Ebola. Le probabilità che arrivi un malatosono del 5% © Reuters/contrasto

    come NON si prende Ebola

  • Entrando in contatto con persone senza sintomi (ma che poi sviluppano la febbre emorragica). Ebola si può prendere solo da persone che hanno già i sintomi della malattia: prima il virus non è presente nei fluidi perché non ha ancora colonizzato con alte concentrazioni l’organismo.
  • Viaggiando in aereo con una persona che poi ha sviluppato i sintomi.
  • Attraverso la puntura di una zanzara. Ebola si diffonde solo tra mammiferi e non non ci sono prove dirette che venga trasportato dagli insetti come avviene per esempio per la malaria con le zanzare. Al momento solo uomini, scimmie, primati e pipistrelli possono venire contagiati (e trasmettere) il virus.
  • Attraverso la tosse e gli starnuti. Di solito è molto difficile perché il virus non si trasmette per via aerea. Ma c'è una remota possibilità. Se un paziente sintomatico starnutisce o tossisce su qualcuno, saliva e muco espulsi da naso e bocca possono entrare in contatto con le mucose (occhi, naso e bocca) di quest'ultimo e trasmettere il virus.
    Si tratta di una possibilità rara che colpisce chi si occupa di malati. Per questo motivo i protocolli sanitari prevedono - in Italia per esempio - che ci si avvicini a un malato di Ebola indossando camice impermeabile, doppi guanti impermeabili, mascherina, occhiali protettivi o maschera facciale, copertura impermeabile per le gambe e per le scarpe.
  • La scienza di Ebola. Putroppo i dati concreti sulla concentrazione di virus nei vari liquidi corporei dei malati sono rari, incompleti e poco affidabili. I dati sono sporadici perché finora le epidemie di Ebola si esaurivano prima di aver infettato 500 persone.

    Alcuni studi epidemiologici si sono basati su interviste a contagiati e parenti, e hanno chiarito che il virus non si trasmette per via aerea. La maggior parte dei rischi di contagio, secondo questi studi, è legata ai riti funebri. In queste zone dell'Africa, infatti, è usanza lavare il corpo del defunto prima della sua sepoltura: un rito che facilita il contatto dei parenti sani con i fluidi corporei - sangue e saliva - della persona contagiata.

    Uno studio cruciale, pubblicato in The Journal of Infectious Diseases nel 2007 , offre forse la migliore indicazione di dove si trova il virus. Ha analizzato campioni provenienti da casi confermati nel corso di un'epidemia del 2000, in Uganda.

    Ha inoltre cercato il virus su oggetti di un reparto di isolamento, come scrivanie, pareti e guanti. I numeri dello studio sono piccoli, ma è l'analisi più dettagliata pubblicata fino ad oggi.

    Qui sotto una rappresentazione grafica. In rosso i casi positivi, in blu quelli negativi.

    Saliva (67%); Pelle (13%); Urina (0%); Vomito (0%, ma su un solo caso analizzato); Catarro (0%, ma su un solo caso analizzato); Latte materno (100%); Feci (50%); Sudore (0%, ma su un solo caso analizzato); Lacrime (100%, ma su un solo caso analizzato); Sangue dal naso (0%, ma su un solo caso analizzato); Sperma (50%);

    Le informazioni di base, la storia del virus, gli aggiornamenti sull'epidemia, il punto sulla sperimentazione.
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    6 ottobre 2014
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