Ne abbiamo già accennato nelle 8 cose da sapere su Ebola, ma vale la pena approfondire l'argomento e fare degli esempi concreti: come si prende il virus Ebola?
Partiamo dalla teoria. La trasmissione del virus è molto rapida, attraverso il contatto diretto con i fluidi corporei, come muco o sangue, ma anche attraverso le lacrime o la saliva, il vomito o le feci.
Per contatto diretto si deve intendere che questi fluidi devono toccare le nostre membrane mucose (bocca, naso, occhi, vagina) o delle ferite aperte.
Anche se di solito questi virus non si trasmettono attraverso l'aria, è stata dimostrata nelle scimmie la trasmissione in goccioline contenenti il virus.
È probabile che la trasmissione possa avvenire anche attraverso i rapporti sessuali (vedi approfondimento a fine pagina).
Come si può prendere Ebola
Come può accadere una cosa simile? Il virus Ebola sopravvive alcune ore all’esterno di un organismo e alcuni giorni nei fluidi corporei; se si tocca la superficie infetta e poco dopo ci si toccano gli occhi o si mettono le dita in bocca potrebbe avvenire il contagio.
Va notato che il virus viene facilmente ucciso da disinfettanti come la candeggina.


come NON si prende Ebola
Si tratta di una possibilità rara che colpisce chi si occupa di malati. Per questo motivo i protocolli sanitari prevedono - in Italia per esempio - che ci si avvicini a un malato di Ebola indossando camice impermeabile, doppi guanti impermeabili, mascherina, occhiali protettivi o maschera facciale, copertura impermeabile per le gambe e per le scarpe.
La scienza di Ebola. Putroppo i dati concreti sulla concentrazione di virus nei vari liquidi corporei dei malati sono rari, incompleti e poco affidabili. I dati sono sporadici perché finora le epidemie di Ebola si esaurivano prima di aver infettato 500 persone.
Alcuni studi epidemiologici si sono basati su interviste a contagiati e parenti, e hanno chiarito che il virus non si trasmette per via aerea. La maggior parte dei rischi di contagio, secondo questi studi, è legata ai riti funebri. In queste zone dell'Africa, infatti, è usanza lavare il corpo del defunto prima della sua sepoltura: un rito che facilita il contatto dei parenti sani con i fluidi corporei - sangue e saliva - della persona contagiata.
Uno studio cruciale, pubblicato in The Journal of Infectious Diseases nel 2007 , offre forse la migliore indicazione di dove si trova il virus. Ha analizzato campioni provenienti da casi confermati nel corso di un'epidemia del 2000, in Uganda.
Ha inoltre cercato il virus su oggetti di un reparto di isolamento, come scrivanie, pareti e guanti. I numeri dello studio sono piccoli, ma è l'analisi più dettagliata pubblicata fino ad oggi.
Qui sotto una rappresentazione grafica. In rosso i casi positivi, in blu quelli negativi.


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