Sì.
Ciò è dovuto ad una minore presenza, nel fegato, di alcol-deidrogenasi, un enzima che ha il compito di demolire, e neutralizzare, le molecole di alcol etilico.
La concentrazione di alcol-deidrogenasi varia, infatti, da popolazione a popolazione e da individuo a individuo. Nelle popolazioni europee (razza caucasica) la percentuale di persone che non riescono a smaltire rapidamente gli effetti di una sbronza varia tra il 5 e il 20 per cento. Nelle etnie orientali (per esempio i giapponesi, i nativi americani, gli inuit), la percentuale sale invece al 90.
L’assenza di alcol-deidrogenasi comporta un accumulo nel sangue di acetaldeide, un prodotto tossico del metabolismo dell’alcol, che provoca una sindrome che si manifesta con vampate di calore a viso, collo e tronco, arrossamenti, tachicardia, ipotensione, cefalea, e a volte convulsioni, vomito, diarrea e difficoltà respiratorie.