Roma, 19 nov. (AdnKronos Salute) - Ricercare la droga usata dai terroristi dell'Isis, il captagon, nelle acque fognarie delle città, per scoprire così dove si nascondono e preparano gli attacchi. E' la proposta di Giovanni Serpelloni ed Elisabetta Bertol, dell'Unità di ricerca interdipartimentale tossicologia forense e neuroscienze di Firenze, all'indomani della identificazione della sostanza stupefacente utilizzata dall'Isis a Parigi.
"Sarebbe molto importante e possibile scoprire la presenza di queste particolari droghe usate dai terroristi Isis - affermano - sui territori dei vari Stati europei per rilevare la loro presenza operativa. Il ritrovamento di questa sostanza nelle acque delle fogne, infatti, potrebbe essere una spia, una sorta di tracciante affidabile - sottolineano gli esperti - per individuare eventuali terroristi consumatori di queste sostanze e appartenenti all’Isis".
In Italia "abbiamo tecniche scientifiche e laboratori di Tossicologia forense in grado di farlo e pronti a eseguire analisi sofisticate ed affidabili. Questa droga è molto poco usata in Europa e quindi il suo ritrovamento diventa un marker specifico di queste pericolose persone", spiegano Serpelloni e Bertol. Il captagon (Fenethylline) è un'associazione di amfetamine e teofillina, a volte miscelata insieme alla caffeina e frequentemente assunta insieme alla cocaina e alla cannabis. Sintetizzata negli anni '60 come psicofarmaco, è stata vietata negli anni '80 dall'Oms perché crea dipendenza e gravi danni al sistema nervoso centrale, in particolare alla corteccia cerebrale. E' prodotta da decenni soprattutto in Medio Oriente, come la Siria, dove si è diffusa fortemente tra i terroristi dell’Isis per inibire la paura.
"Come tutte le droghe - ribadisce Serpelloni - possiamo anche ricercarla e ritrovarla facilmente nelle acque reflue con tecniche di spettrometria di massa e geo-referenziare così la possibile presenza di terroristi sul territorio".
Non solo. "La droga la si può trovare e ordinare facilmente su internet e anche tracciare questi movimenti. Chi ne è dipendente - spiega - ne ha bisogno quotidianamente e ne consuma parecchia, lasciando tracce evidenti nelle acque reflue. Se i sistemi nazionali di allerta per le droghe si attivassero anche su questo aspetto, sarebbe fondamentale, e si potrebbero ricavare informazioni rilevanti ed utili anche ai servizi di intelligence".
Il captagon è "la droga che aiuta a fare certe barbarie, non possiamo pensare - conclude Bertol - che l'essere umano agisca con così tanta lucida ferocia se non sotto l'effetto di sostanze stupefacenti. Già i kamikaze giapponesi nella seconda guerra mondiale avevano pasticche di metamfetamina, incollate su un nastro adesivo che pendeva sopra la loro testa nella cabina di pilotaggio degli aerei, e quindi potevano strapparle coi denti e assumerle per darsi coraggio.
E' la storia che si ripete nelle sue tragiche 'modernità'".