Si chiama BA.2.75, ma un utente di Twitter l'ha ribattezzata Centauro (come la costellazione): è la subvariante di Omicron attualmente più diffusa in India, dove rappresenta due terzi dei casi totali di covid, ma almeno per il momento non sta causando un aumento nel numero di ricoveri e morti. È stata individuata per la prima volta all'inizio dello scorso maggio e da allora si è diffusa, anche se per ora solo marginalmente, in oltre venti Paesi in tutto il mondo. La sua capacità di evadere l'immunità acquisita da vaccini e contagi è simile a quella della "sorella maggiore" BA.5, attualmente la prima causa di infezione da covid nel mondo. Cosa c'è da aspettarsi per il futuro?
Centauro (BA.2.75) si è evoluta da BA.2, la subvariante di Omicron diffusasi in tutto il mondo a inizio 2022. Nonostante sia stata individuata in altri Paesi come Giappone, USA e Regno Unito, per ora BA.2.75 non sembra provocare un'impennata dei casi al di fuori dell'India. Secondo Shahid Jameel, virologo dell'Università di Oxford, nella maggior parte dei Paesi Centauro non causerà grandi ondate di contagi: «Siamo arrivati a un punto in cui le varianti competono tra loro e sono praticamente equivalenti», spiega a Nature. «Ritengo che chi è stato contagiato da BA.5 difficilmente verrà ricontagiato da BA.2.75, e viceversa».
Immunità parziale. Ma se è vero che Centauro contagia tanto quanto BA.5, e che entrambe evadono in modo simile l'immunità acquisita da vaccini e infezioni, come si spiega la sua larga diffusione in India? Secondo gli esperti la ragione è da ricercare in parte nel tipo di immunità acquisita dagli indiani: nel 2021, il Paese ha avuto un'ondata di contagi causati dalla variante Delta, che condivide alcune mutazioni fondamentali con BA.5. È possibile dunque che essere stati infettati da Delta abbia protetto da BA.5, ma non da BA.2.75: «È dunque probabile che BA.2.75 non riuscirà a prevalere al di fuori dell'India, in particolare nei Paesi che non sono stati duramente colpiti dalla variante Delta», spiega Yunlong Richard Cao, immunologo alla Peking University di Pechino.
Niente panico. Insomma, per ora non è il caso di farsi prendere dal panico: secondo gli esperti la subvariante Centauro continuerà a diffondersi nel mondo, in particolare in Asia e Oceania, ma difficilmente diventerà una seria minaccia (anche se, ormai lo sappiamo, con la covid e i virus in generale l'unica certezza è il dubbio).
«Forse ci ritroveremo con un mix di varianti di Omicron, ognuna diffusa in diverse parti del mondo», commenta Tom Wenseleers, biologo evoluzionista della Catholic University of Leuven (Belgio).
Ciò che mette un freno alla diffusione di Centauro è probabilmente l'immunità acquisita dalla popolazione tramite vaccini e infezioni: più la popolazione è protetta, meno gravi saranno le conseguenze di un eventuale contagio. Tuttavia è bene non abbassare la guardia: anche se BA.2.75 sembra per ora sotto controllo, non vuol dire che la nuova subvariante non possa diffondersi in un'ondata invernale. In ogni caso, quando il virus circola così tanto, anche se i ricoveri e i decessi rimangono bassi bisogna fare i conti con altre conseguenze, come il long covid e i disagi derivati da un alto numero di ammalati: «Il nostro prossimo obiettivo dev'essere ridurre il numero di infezioni», ricorda Wenseleers.