Milano, 16 giu. (AdnKronos Salute) - Piccole pesti crescono. Spesso sottovalutata nei bambini, l'Adhd o 'sindrome da iperattività e deficit dell'attenzione' è quasi ignorata negli adulti. Eppure non è una malattia solo pediatrica: colpisce dal 3 al 4,5% dei grandi, che solo in Italia significa almeno 2 milioni di pazienti stimati. Over 18, più maschi, che manifestano tutta la gamma dei sintomi tipici del disturbo - l'agitazione, l'ansia di sentirsi sempre sotto pressione, i problemi di concentrazione, la difficoltà nel portare a termine i compiti affidati, l'incapacità di organizzarsi - uniti a pesanti ripercussioni personali e sociali. Perché il disagio che da ragazzini si esprime soprattutto a scuola, da adulti invade tutte le sfere della vita quotidiana. Il lavoro, la coppia, gli amici. Risultato: problemi economici, boom di divorzi, tendenza al suicidio e più rischio di incidenti, uso di droghe, reati.
L'Adhd dell'adulto rimane una condizione clinica ancora largamente sottodiagnosticata e sottostimata". A lanciare l'allarme è la Società italiana di psichiatria (Sip), che in collaborazione con la Cattedra di psichiatria dell'università degli Studi di Brescia ha organizzato in ateneo il convegno internazionale 'Adhd nell'adulto: clinica e trattamento'. L'occasione per lanciare una task force dedicata, l'Italian Board for Information and Study of Adult Adhd (Ibisa-Adhd).
"L'Adhd nell'adulto rappresenta ancora oggi una sorta di 'cenerentola' nell'ambito delle diagnosi psichiatriche", spiega il presidente della Sip Emilio Sacchetti, direttore del Dipartimento di salute mentale degli Spedali Civili di Brescia e promotore dell'evento con Antonio Vita. L'esperto rileva "da una parte la scarsa abitudine degli psichiatri a porre ex-novo questa diagnosi, dall'altra il mancato riconoscimento del disturbo da parte dei neuropsichiatri infantili al momento del suo esordio nella fanciullezza". Ma "tenendo conto che la diagnosi può essere effettuata in maniera agevole e della validità delle opzioni terapeutiche a disposizione - avverte - è evidente che non prestare attenzione a questo disturbo si qualifica come una vera e propria negligenza medica".
Persone con difficoltà nel prestare e mantenere l'attenzione, o nell'ottemperare alle istruzioni. E ancora con la propensione a evitare impegni che richiedono uno sforzo mentale protratto, la facilità a distrarsi in presenza del minimo stimolo esterno, la sbadataggine patologica, l'incapacità anche solo di stare seduto. Questo l'identikit del dei 'Gianburrasca' cresciuti. "Oltre a una storia di scarso rendimento scolastico - evidenziano gli psichiatri - presentano un eccesso di separazioni e divorzi, più elevate probabilità di difficoltà lavorative, più sfavorevoli condizioni socio-economiche e un maggior rischio di andare incontro sia a incidenti stradali che a eventi traumatici in genere".
"I pazienti adulti - aggiungono gli esperti - mostrano un eccesso di condotte suicidarie e tassi particolarmente elevati di co-diagnosi con altri disturbi mentali: in particolare disturbi d'ansia, dell'umore e soprattutto disturbi associati all'uso di sostanze stupefacenti. Proprio l'impiego di sostanze è largamente corresponsabile dell'aumentata probabilità tra gli adulti affetti da Adhd di commettere reati di vario genere, e di conseguenza di andare incontro a problemi giudiziari".
"Per quanto riguarda le terapie, si hanno a disposizione numerose opzioni sia di tipo farmacologico che non. Spesso è opportuno associare tra loro i due tipi di intervento", precisa Sacchetti che evidenzia come "oggi anche in Italia si può accedere, oltre che agli storici preparati di tipo stimolante, anche a un prodotto non stimolante quale l'atomoxetina". Sulle difficoltà all'origine della sottodiagnosi della sindrome in età pediatrica, Vita osserva "che le forme più lievi possono non giungere all'attenzione del clinico in mancanza di sufficienti stimoli ambientali. Quanto all'adulto - conclude - di particolare importanza sembrano essere i rapporti che intercorrono tra Adhd e la presenza di disturbi del sonno che tanto spesso accompagnano i disturbi mentali più diffusi".