Cinque giorni al mese “a stecchetto”, ma in modo controllato, e il resto del tempo mangiando normalmente: con questo regime alimentare si riuscirebbe a rallentare l’invecchiamento e a contenere i fattori di rischio per alcune delle principali malattie della modernità legate a un’alimentazione eccessiva, dal cancro al diabete alle malattie cardiovascolari.
L’ultima conferma dell’efficacia della cosiddetta dieta mima-digiuno messa a punto dal biologo e studioso della longevità Valter Longo, che lavora tra la University of Southern California e l’IFOM di Milano, arriva da uno studio pubblicato su Science Translational Medicine, svolto su persone.
Digiuno... o quasi. Da diverso tempo Longo propone di riprodurre negli esseri umani gli effetti del digiuno e della restrizione calorica, che si sono dimostrati efficaci nell’aumentare la longevità e ridurre il rischio di varie malattie, a un prezzo che però la maggior parte delle persone non sarebbe disposta ad accettare.
Sia negli animali sia nell’uomo si tratta infatti di diete quasi da fame, che oltre tutto espongono a notevoli rischi. Più di recente, è emerso che anche un digiuno parziale e limitato nel tempo, un po’ come i giorni di magro o di digiuno previsti da molte tradizioni religiose, apporterebbero benefici rilevanti per la salute. Finora i dati disponibili riguardavano però quasi esclusivamente gli animali.
Risultati. Nel nuovo studio, un gruppo di persone sane, ma con alcuni fattori di rischio, hanno seguito la dieta mima-digiuno, alimentandosi normalmente per tutto il mese e consumando per 5 giorni consecutivi pasti con un contenuto ridotto di calorie (da 700 a 1.100), pochi carboidrati e proteine, ma quantità quasi normale di grassi “buoni”.
Dopo tre mesi i loro risultati sono stati confrontati con un gruppo di persone sane cui era stato chiesto di mangiare come d’abitudine. Coloro che si erano sottoposti ai tre brevi periodi di digiuno hanno avuto un miglioramento sotto vari punti di vista: si era ridotta la circonferenza della vita, il grasso corporeo, ed erano leggermente dimagriti. In più, erano migliorati vari parametri fisiologici e metabolici, come la pressione sanguigna, il colesterolo, e indici dell’infiammazione come la proteina C-reattiva e l’IGF-1, associato a un minor rischio di tumori. A parte qualche mal di testa, e sensazione di debolezza o affaticamento, i “digiunatori” non hanno avuto altri effetti collaterali importanti.
Cautela. La teoria di Longo e degli autori dello studio è che il semi-digiuno sia in grado di azionare dei meccanismi a livello delle cellule e dei tessuti che influirebbero positivamente su diversi elementi del metabolismo, e dunque - a valle - sul rischio di malattie.
Longo ha brevettato la sua formula di dieta-mima digiuno, producendo dei pasti pronti a base di zuppe, barrette, bevande energetiche, te e supplementi vari in grado di fornire tutti i micronutrienti necessari senza oltrepassare la soglia di calorie prevista per i giorni del digiuno.
Gli esperti però mettono in guardia: non sono sperimentazioni da prendere alla leggera e in tutti i casi di dieta è bene farsi seguire da un medico.