Salute

Un farmaco che allontana la vecchiaia?

Una molecola usata da anni contro il diabete sembra in grado di rallentare l'invecchiamento. Una sperimentazione partirà l'anno prossimo per capire se è davvero così.

Un farmaco usato da milioni di diabetici in tutto il mondo potrebbe “curare”, oltre che l’eccesso di zuccheri nel sangue, niente meno che la vecchiaia! È una storia curiosa quella della metformina: da alcuni anni ci sono indizi che, al di là dello scopo ufficiale per cui è utilizzata da decenni, abbia un effetto anti-invecchiamento. E dopo le pressioni di alcuni gruppi di ricercatori interessati all’argomento, la FDA, l’organismo americano di controllo sui medicinali, ha autorizzato una sperimentazione sui pazienti che a partire dall’anno prossimo dovrà verificare se davvero la molecola funziona come sembra.

È la prima volta che un farmaco viene testato non contro una malattia specifica, ma contro l’invecchiamento

Fin dal Medioevo. La metformina è una molecola sul mercato da circa sessant’anni, versione sintetica di un estratto derivato dalla Galega officinalis che fin dal Medioevo è nota per le sue proprietà curative del diabete. Nel corso del tempo, però, sono stati notati alcuni suoi “effetti collaterali”. In particolare, i pazienti che assumono metformina, nonostante siano diabetici, e quindi a più alto rischio di malattie cardiovascolari e di tutte le patologie connesse all’obesità, sembrano avere - secondo uno studio recente - una mortalità inferiore non solo a quella dei diabetici che prendono altri farmaci, ma addirittura delle persone normali comparabili per età.

Secondo alcuni studi, la metformina diminuirebbe il rischio di cancro e addirittura di declino cognitivo

Lunga vita (per vermi e topi). Alcune ricerche sugli animali sembrano confermare che forse davvero "fa qualcosa" contro la vecchiaia. Per esempio, nei vermi C. elegans sembra in grado di rallentare l’invecchiamento, e secondo un altro studio i topi trattati con la metformina vivrebbero il 40 per cento più a lungo di quelli non trattati. Per quale meccanismo ciò avvenga - ammesso che le osservazioni vengano confermate - non è del tutto chiaro, anche se sembra che il suo effetto sia di inibire il consumo di ossigeno nei mitocondri, le centrali energetiche della cellula, in questo modo rallentando il metabolismo.

Non è l'unico. In realtà, tra i farmaci che hanno dimostrato un’azione anti-invecchiamento in studi su animali ci sono anche l’aspirina e la rapamicina, un farmaco antirigetto utilizzato dai trapiantati. Ma la metformina, essendo usata da moltissimo tempo e per la scarsità di effetti collaterali, è stata considerata il candidato ideale.

La vecchiaia come bersaglio. Lo studio che testerà i suoi effetti si chiama TAME (Targeting Ageing with Metformin): a partire dal 2016, saranno reclutati 3mila volontari tra le persone anziane ad alto rischio di cancro, malattie cardiovascolari e Alzheimer.

Metà di loro assumeranno la meformina, metà no. Nel corso dei sei anni successivi si vedrà quanti di loro sviluppano queste malattie tipicamente associate all’età, e anche se c’è un effetto in generale sulla longevità.

Scoperte casuali. Se così fosse, non sarebbe il primo dei farmaci utilizzati in origine per trattare una malattia, che si sono poi rivelati assai più utili per un disturbo diverso. Il sildenafil, il principio attivo del Viagra, era stato inizialmente sperimentato (senza successo) contro l’angina. Nella sperimentazione, però, si notò che aveva un effetto collaterale: aumentava il numero di erezioni. Un altro caso esemplare è quello del metilfenidato, nome comune Ritalin, farmaco oggi usato contro il disturbo da deficit dell’attenzione e iperattività: 50 anni fa era impiegato come antidepressivo e nel trattamento della narcolessia.

8 dicembre 2015 Chiara Palmerini
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