La variante delta (B.1.617.2, nota anche come variante indiana) del coronavirus SARS-CoV-2 è ormai prevalente nel Regno Unito e sta mettendo a dura prova il calendario delle riaperture definitive previsto dal governo, alcune delle quali sono già state rinviate. Un articolo di The Conversation si domanda quali fattori abbiano favorito la sua diffusione, e in particolare se questa sia stata determinata anche dalla decisione di ritardare la somministrazione della seconda dose di vaccino ai cittadini britannici.
Questione di selezione. L'evoluzione, e quindi anche la mutazione di un virus, può avvenire in tre modi: il primo è la selezione naturale, quando un organismo evolve mantenendo le caratteristiche che lo aiutano a vivere meglio nell'ambiente. Un tipico esempio è quello del collo delle giraffe, la cui lunghezza ha permesso agli esemplari della specie di raggiungere più facilmente le cime degli alberi e cibarsi delle foglie.
Il secondo, la selezione artificiale, ci vede protagonisti: coinvolge infatti la scelta di noi umani che, intenzionalmente, decidiamo quali organismi devono sopravvivere e moltiplicarsi. È il caso ad esempio dell'allevatore di cavalli, che decide di far accoppiare il maschio con le caratteristiche desiderate affinché la prole nasca con le stesse qualità.
Il terzo e ultimo motivo è meno conosciuto, ed è chiamato selezione inconscia: avviene quando gli umani interagiscono con l'ambiente, influenzando involontariamente l'evoluzione degli organismi viventi. Questo terzo aspetto sta diventando sempre più importante con l'aumento della popolazione mondiale e gli interventi di noi umani nell'ambiente circostante. Uno degli esempi di selezione inconscia è la resistenza sviluppata dai batteri agli antibiotici: continuando a combatterli coi farmaci, abbiamo involontariamente selezionato quelli più resistenti.
Decisioni sbagliate? L'ipotesi di The Conversation è che la variante indiana, mutata dapprima in India tramite selezione naturale, si sia poi diffusa velocemente nel Regno Unito grazie all'aiuto di una selezione inconscia: la decisione del governo britannico di ritardare la seconda dose di vaccino, infatti, avrebbe ampliato la finestra di azione del virus, che può poco contro chi è totalmente vaccinato (protetto all'88% circa), ma riesce a infettare chi ha ricevuto solo una dose di vaccino (protetto solo al 33%).
Non bisogna dare però la colpa solo alle decisioni del governo: il successo della variante indiana si deve anche ad altri fattori, come il sovraffollamento della cittadina di Bolton, da dove si è diffusa poi in tutto il Regno Unito, e l'alta trasmissibilità della variante stessa.
In fin dei conti, conclude l'articolo di The Conversation, i numeri danno ragione alle decisioni del governo: i ricoveri e i decessi per covid sono scesi notevolmente, nonostante il drastico aumento dei casi. Ciò che è importante ora, però, non è puntare il dito contro un presunto colpevole, ma capire in che modo la selezione artificiale – se è vero che ha giocato un ruolo fondamentale nella diffusione della variante delta nel Regno Unito – influisce e influirà nella diffusione delle diverse varianti, e come queste interagiranno con le diverse popolazioni del mondo, dove la campagna vaccinale procede a ritmi diversi.