Qualche tempo fa il web si è commosso, insieme al protagonista del video qui sopra, davanti alle immagini di Jonathan Jones, un dodicenne del Minnesota (USA) che ha potuto vedere per la prima volta i colori come sono nella realtà grazie a speciali lenti che correggono il suo daltonismo. Questa malattia è spesso sottovalutata, ma può causare diverse difficoltà anche in ambito scolastico e lavorativo.
Tipologie di daltonismo. Esistono tre tipi di daltonismo: la protanopia, che impedisce a chi ne è affetto di vedere la luce rossa, e perciò comporta una difficoltà nel distinguere il verde dal rosso; la deuteranopia, a causa della quale non si percepisce la luce verde, e si ha difficoltà a distinguere il rosso dal verde, oltre ad alcune tonalità di grigio, viola e blu; e la tritanopia: chi soffre di questa tipologia di daltonismo non è in grado di distinguere l'azzurro dal grigio, il viola scuro dal nero, il verde dal blu e l'arancione dal rosso, poiché non percepisce la luce blu.
Daltonici (non sempre) si nasce. Le prime due tipologie di daltonismo sono difetti puramente ereditari, che colpiscono l'8% degli uomini e lo 0,5% delle donne. «La tritanopia è una patologia molto rara», spiega Kathryn Albany-Ward, fondatrice e CEO dell'organizzazione benefica Color Blind Awareness. «Colpisce una persona su 50mila, indifferentemente dal sesso. Può essere ereditata, ma anche acquisita tramite alcune medicine, o causata da malattie come il diabete o la sclerosi multipla».
inclusione. Il daltonismo crea problemi in molti campi della vita: dalla scuola (risorse educative di vario tipo, disegni da colorare, tabelle), al lavoro (grafici colorati utilizzati nelle presentazioni), allo svolgimento di mansioni quotidiane (fare la spesa, guidare, scegliere i vestiti, fare giardinaggio). In ambito lavorativo, esistono professioni dalle quali i daltonici sono esclusi: non possono far parte dell'esercito, lavorare in pronto soccorso, e nemmeno diventare elettricisti e piloti di aerei o treni. «Sarebbe giusto adottare un sistema inclusivo», afferma Albany-Ward. «Nelle scuole e nelle imprese, per esempio, le informazioni che coinvolgono i colori potrebbero essere comunicate utilizzando altre modalità, come testi, simboli o schemi».