Salute

Dal timer all''autocensura', piccoli trucchi quotidiani per disintossicarsi

Indagine a Milano fotografa tecno-nevrosi, il 60% non lo spegne mai e la metà si sente perso se lo dimentica

Milano, 20 apr. (AdnKronos Salute) - Più del 60% non lo spegne mai, nemmeno in una conferenza di lavoro, a scuola o al cinema. Il 50% si sente perso se lo dimentica a casa, il 10% sottrae ore al sonno pur di stare connesso e il 6% proprio non ha idea di come farebbe a vivere senza. Nella società 2.0 lo smartphone è diventato 'malattia': ansia, nervosismo, problemi di memoria, riduzione della capacità di risolvere i problemi sono i sintomi più comuni di una nevrosi che dilaga. Una nuova dipendenza fotografata da un'indagine condotta su quasi 300 pazienti del Centro medico Santagostino di Milano.

Gli esperti tornano ad accendere l'attenzione sulle 'nuove schiavitù', quelle che per oggetto del desiderio non hanno una sostanza, bensì un comportamento: new tecnology, shopping, gioco, sesso, amore, lavoro, sport. E il telefonino intelligente è in cima alla lista. "L'arrivo dello smartphone, che racchiude in sé tutte le nuove tecnologie in un piccolissimo ingombro sempre a portata di mano, lo ha reso per molti di noi indispensabile, quasi al pari di un bisogno primario", spiega Francesca Biondini, psicoterapeuta del Centro medico Santagostino specializzata in nuove dipendenze. Ma quando il cellulare smart diventa una prolunga vitale "c'è un rischio di sovraccarico cognitivo che può avere ricadute sul benessere psico-fisico - avverte l'esperta - sulle capacità di concentrazione e sulla produttività, sulla dimensione emotiva e cognitiva, sui comportamenti e sulla motivazione".

Secondo uno studio americano della Kent State University nell'Ohio, condotto su 500 giovani, abusare dello smartphone rende ansiosi e riduce i livelli di felicità. E sembrano saperlo anche i 'tecno-stressati' italiani: il 25% del campione analizzato al Centro medico Santagostino ha provato a diminuire il tempo di connessione a Internet.

Come uscire dal tunnel? La prima via indicata dagli esperti è il ritorno alla natura: "Una ricerca dell'università del Kansas negli Usa - evidenzia Biondini - ha dimostrato che un gruppo di persone, in soli 4 giorni di vita 'fuori porta', immerse nella natura senza computer, smartphone e cellulari, ha migliorato la propria capacità di problem solving del 50%. Questo perché il nostro cervello si è evoluto organizzando il suo sistema cerebrale in base a particolari stimolazioni ben selezionate e non a una stimolazione variegata e invadente. Ciò spiega la ragione per cui, nonostante Internet e nuove tecnologie accrescano le nostre potenzialità, allo stesso tempo le nostre facoltà necessitino di stimoli più ordinati".

Ma per 'disintossicarsi' esistono anche piccoli trucchi quotidiani: per esempio "usare un timer; disabilitare le notifiche provenienti dai social network; abbassare la suoneria del telefono quando ci si dedica a un'attività importante; dedicare un momento preciso ai social come Facebook, magari al posto della pausa sigaretta, invece di trascorrere tutto il giorno rincorrendo botta e risposta; mettere il telefono in vibrazione a tavola, in metropolitana e in treno; scrivere una 'to do list' su un foglio di carta, con il divieto di navigare in Rete prima di aver terminato i punti della lista; spegnere gli apparecchi in momenti specifici della giornata o della settimana".

Ecco le tecniche elencate dalla psicoterapeuta "per riappropriarsi del proprio tempo".

Se poi tutto questo non basta, "il Centro medico Santagostino mette a disposizione un servizio appositamente studiato per le nuove dipendenze - ricorda una nota dalla struttura - con un'équipe specializzata che dopo una prima valutazione propone un trattamenti di terapia individuale e gruppi terapeutici".

20 aprile 2015 ADNKronos
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