Milano, 13 lug. (AdnKronos Salute) - Negli ambienti di polizia penitenziaria lo chiamano il 'repartino'. Anche chi ci è passato lo sa. E' la Medicina V Penitenziaria dell'ospedale San Paolo di Milano, dove oggi è morto il boss di Cosa Nostra Bernardo Provenzano, presenza fissa nel reparto in cui era ricoverato ormai dal 9 aprile 2014.
Un mondo a sé, separato dal resto, nel piano Seminterrato del Blocco A della struttura sanitaria di via Di Rudinì, periferia Sud di Milano. Struttura dalla quale oggi non trapela nessuna informazione: tutti sono trincerati nel più stretto silenzio. Ventidue posti letto più di 2 di Day Hospital che accolgono pazienti 'speciali', i detenuti, con patologie complesse che richiedono un tipo di assistenza che va oltre quella che si può garantire dietro le sbarre. Parole chiave: sanità e sicurezza, h24. Camici bianchi e agenti di polizia penitenziaria che convivono, fianco a fianco.
Il reparto diretto da Rodolfo Casati è stato inaugurato nel novembre 2001. Due stanze blindate, separate e protette, sono dedicate al ricovero di detenuti in regime di 41 bis. E' in una di queste che per oltre 2 anni Provenzano è stato assistito da medici, infermieri e operatori sanitari.