Quando lunedì 26 novembre lo scienziato cinese He Jiankui ha annunciato di aver condotto un test di editing degli embrioni sfociato nel parto di due gemelle con DNA modificato, lo sconcerto iniziale aveva portato in molti, nella comunità scientifica, a dubitare di quanto avvenuto. Tuttavia, dopo aver assistito alla presentazione di He durante una conferenza internazionale sull'editing genetico a Hong Kong - ma soprattutto, dopo aver ascoltato le risposte alle decine di domande formulate dagli scienziati in sala - restano ormai pochi dubbi sul fatto che l'esperimento sia realmente stato condotto.
Secondo quando riferito al New Scientist da Helen O'Neill, esperta della tecnica CRISPR dell'University College London, la presentazione di He Jiankui conteneva molti dettagli sia su questo, sia su precedenti test su animali, un particolare che - insieme all'atteggiamento avvilito dello scienziato, preoccupato per le ripercussioni del suo operato - avrebbe dissipato i dubbi sulla veridicità di quanto detto.
I conti non tornano. Sparito dai radar accademici perché in congedo per qualche mese, He Jiankui si sarebbe in parte autofinanziato. Inoltre è impressione della comunità scientifica che abbia scelto di disabilitare il gene CCR5 (una "porta proteica" che permette all'HIV di entrare nelle cellule) non tanto, come ha spiegato, per evitare alle nasciture il contagio di una malattia ampiamente prevenibile, quanto perché si tratta di un gene molto studiato - un obiettivo facile, su cui esistono molti dati di ricerca.
Un secondo fine? Il ricercatore ha spiegato di aver in precedenza disabilitato il gene CCR5 nei topi e nelle scimmie, senza effetti su salute o comportamento. Ma Robin Lovell-Badge (del Francis Crick Institute di Londra), tra gli organizzatori della conferenza, ha fatto presente che i geni immunitari come questo hanno effetti sull'intero organismo: un altro studio sui topi ha trovato che la cancellazione CCR5 ha migliorato le abilità cognitive dei roditori. «Pensa di avere inavvertitamente causato tale miglioramento?», ha chiesto Lovell-Badge a He Jiankui, il quale ha spiegato che i risultati di quello studio sui topi sono ancora da verificare, e di essere contrario a usare l'editing genetico per intervenire sulle facoltà cognitive.
Compresenza deleteria. Chi ha ascoltato la presentazione di He Jiankui è convinto inoltre che lo scienziato e chi era con lui non abbiano verificato con sufficiente scrupolo eventuali modificazioni indesiderate nel DNA delle bambine, che potrebbero inoltre soffrire di mosaicismo: potrebbero avere cioè due linee genetiche diverse, con alcune cellule con DNA modificato, e altre senza - se l'editing genetico fosse avvenuto dopo una prima divisione cellulare.
Se ciò fosse vero, significherebbe che a) le verifiche su eventuali mutazioni indesiderate non sono attendibili, perché potrebbero essere state eseguite su cellule non intaccate; b) se le cellule immunitarie delle bambine si sono sviluppate da geni non modificati, allora le mutazioni imposte con la CRISPR sono del tutto inutili (come peraltro già dimostrato almeno su una delle due neonate).