La pandemia da CoViD-19 ha riportato sotto i riflettori il tema della disinformazione sui vaccini. A finire nuovamente nell'occhio del ciclone è Youtube, piattaforma prediletta da terrapiattisti, complottisti e diffusori di fake news per promuovere le più fantasiose teorie sulla presunta pericolosità dei vaccini.
no-vax, no money. All'inizio del 2019 Google aveva dichiarato l'intento di stringere le maglie della revisione e su questo tipo di contenuti e la loro esclusione dai programmi pubblicitari: Youtube avrebbe insomma utilizzato competenze umane e tecnologia per limitare i video contenenti informazioni fuorvianti sui vaccini, e avrebbe comunque impedito la loro monetizzazione attraverso le inserzioni pubblicitarie. Ma secondo uno studio recentemente pubblicato dalla State University of Campinas, in Brasile, le cose non sono andate proprio così, almeno per ciò che riguarda i contenuti in lingua portoghese.
tanti spot. I ricercatori hanno analizzato i video suggeriti da Youtube utilizzando le parole "vacina+autismo". Hanno condotto il test tre volte generando 2045 video correlati. Hanno quindi selezionato quelli con oltre 10.000 visualizzazioni che avevano la parola "vacina" contenuta nel titolo e che mostravano almeno altri due video sulle stesso argomento tra correlati: molti di questi, ben 52, contenevano informazioni errate sulla correlazione tra autismo e vaccini. Non solo: nonostante le policy introdotte da Youtube, un quarto dei video a tema vaccini conteneva inserzioni pubblicitarie. Lo studio è stato pubblicato qualche settimana fa su Frontiers in Communication.
Anche in Europa. E le altre lingue? I ricercatori brasiliani si sono focalizzati sul portoghese: nel paese sudamericano il 13% dei bambini ancora oggi non viene vaccinato anche a causa di errate convinzioni sulla sicurezza di questa importante profilassi. Non mancano però altri studi: secondo una ricerca condotta nel tra il 2017 e il 2018, il 72% dei video più visti in lingua francese sui vaccini conteneva informazioni errate. E non va meglio nel nostro paese, dove una ricerca del 2017 mostra come i video che diffondono informazioni negative e sbagliate sui vaccini hanno un coinvolgimento più elevato rispetto quelli scientificamente corretti.