La quantità di bufale a carattere medico/scientifico a cui siamo sottoposti quotidianamente non ha fine: in questi tempi di coronavirus e di covid, uno degli argomenti che più frequentemente è oggetto di cattiva informazione è la differenza tra la terapia per infusione di plasma e l'utilizzo di un vaccino.
Il plasma, ossia la parte liquida del sangue, ha la funzione di trasportare nel nostro organismo piccole molecole, anche a carattere immunitario, e tra queste vi sono gli anticorpi. La trasfusione del plasma di pazienti convalescenti in fase di guarigione da Covid-19 in positivi sintomatici permette di trasferire gli anticorpi che il "donatore" ha prodotto contro il virus e che stanno contribuendo alla sua guarigione, determinando un miglioramento delle condizioni generali del "ricevente", e in una percentuale di casi documentati (C. et al., 2020) anche una riduzione della mortalità. L'uso del plasma non è nuovo nella cura di infezioni virali: è stato utilizzato in passato (Hamed, 2020) nel trattamento per Ebola, MERS, influenza aviaria H5N1 e H1N1.
Al momento ci sono circa 98 studi che cercano di valutare sia l'efficacia di tale trattamento sia la sua sicurezza, ma i dati finora raccolti suggeriscono cautela nelle conclusioni (Valk et al., 2020). In generale, però, questa strategia non è attuabile con immediatezza per le nuove epidemie poiché necessita di un serbatoio di individui venuti a contatto con il virus e che ne abbiano già risolto (o ne stiano risolvendo) l'infezione.
Il vaccino (al momento vi sono diversi potenziali candidati) agisce in maniera diversa: a soggetti mai venuti a contatto con il virus viene somministrata una determinata quantità di antigeni (frammenti della membrana di rivestimento, piccoli RNA messaggeri, subunità proteiche di membrana, virus inattivo...) che stimolano il sistema immunitario alla produzione di anticorpi specifici, e finché gli anticorpi vengono "tenuti in memoria" dall'organismo, questo sarà in grado di riprodurli in caso di una vera esposizione virale.
Bloccando il virus prima che possa attivare i suoi meccanismi di riproduzione, il vaccino è l'unica arma nelle nostre mani in grado di combattere efficacemente il SARS-CoV-2 (Hamed, 2020). L'importanza del vaccino infatti risiede nell'impedirne l'insorgenza, poiché indipendentemente dall'efficacia della cura utilizzata, in molti casi documentati la covid ha lasciato in eredità, ai guariti, conseguenze a lungo termine e anche lesioni croniche.
La terapia per infusione di plasma immune è dunque da intendersi curativa, a differenza del vaccino che, per propria natura, offre una soluzione preventiva.