Salute

Covid nel Regno Unito: i rischi delle riaperture indiscriminate

L'esposizione dei giovani alla covid, la pressione sugli ospedali, la selezione di nuove varianti: i pericoli del "Freedom Day" del 19 luglio.

La decisione del governo britannico di abbandonare le ultime misure anti-covid dal 19 luglio, annullando l'obbligo di distanziamento e mascherine al chiuso, è una questione politica: la posizione degli scienziati è un'altra, come dimostrano gli appelli di questi giorni a rivedere la strategia. Lasciar correre il coronavirus senza freni mentre il Paese è nel pieno della terza ondata pandemica potrebbe avere conseguenze gravi sia per il Regno Unito, sia per il resto del mondo. Vediamo perché.

I contagi in aumento. La diffusione della variante Delta ha portato il numero giornaliero di nuovi casi di covid nel Regno Unito a sforare i 32.500 il 7 luglio. Nella settimana prima delle riaperture del 19 luglio, i nuovi contagi dovrebbero arrivare a 50.000 al giorno, e alla fine del mese si viaggerà sui 100.000 casi giornalieri, una quota mai raggiunta in nessuna fase della pandemia. Le ripercussioni sui ricoveri ospedalieri sono destinate ad emergere con un paio di settimane di ritardo. Rispetto alle scorse ondate, oggi due terzi della popolazione britannica ha ricevuto almeno una dose di vaccino anti-covid, e il 51% è completamente vaccinato. Ma anche se i ricoveri ospedalieri risultano ridotti di due terzi rispetto allo scorso inverno, non significa che non ci saranno.

In base ai modelli dell'Università di Warwick, che tengono conto della velocità di diffusione del virus, delle vaccinazioni e dell'effetto dei vaccini, le ospedalizzazioni nella sola Inghilterra potrebbero arrivare a 1300 al giorno tra la fine di luglio e l'inizio di agosto. Se il numero di nuovi casi dovesse aumentare ulteriormente, portandosi tra i 150.000 e i 200.000, la pressione sulle strutture sanitarie diverrà importante (i nuovi ricoveri giornalieri nell'ondata invernale erano 4000), e di conseguenza aumenterà il numero di decessi.

I modelli tengono conto soltanto delle nuove infezioni e non dei pazienti con long-covid, molto frequente nei giovani, che al momento sono i meno coperti dai vaccini. Già ora il sistema sanitario inglese deve gestire 5 milioni di persone negativizzate ma con i sintomi persistenti della covid.

Giovani e immunodepressi. Con l'aumento delle persone vaccinate, il coronavirus SARS-CoV-2 cercherà di stabilirsi in chi non è ancora stato immunizzato, per scelta, per limiti di età e precedenza a fasce più a rischio, o nelle persone che per motivi di salute non sono state vaccinate. Quello che Boris Johnson ha definito "Freedom Day" diventerà il giorno dei timori per le persone immunodepresse o per gli anziani, che anche da vaccinati hanno un sistema immunitario meno efficiente.

Secondo un articolo di opinione appena pubblicato sul Lancet (intitolato Mass infection is not an option: we must do more to protect our young, "l'infezione di massa non è un'opzione: dobbiamo fare di più per proteggere i nostri giovani"), la decisione del governo britannico abbandona ragazzi e bambini a un'immunità derivante da infezione naturale, con tutti i pericoli del caso. Data l'alta incidenza del long covid sui giovani, e considerando che solo il 20% delle persone non vaccinate ha contratto la covid in passato, rimangono ancora scoperte 17 milioni di persone.

Generazione covid. Si rischia di creare un'intera generazione segnata dalle conseguenze a lungo termine di una malattia di cui ancora non comprendiamo l'origine e gli effetti. In quel che resta dell'estate si creerà una vivace riserva virale che accelererà la trasmissione del virus alla riapertura di scuole e Università in autunno. Il diritto allo studio, già violato nell'ultimo anno e mezzo, ne risentirà ulteriormente.

Il piano è di offrire la possibilità di vaccinarsi con doppia dose a tutti gli adulti del Regno Unito entro la metà di settembre. Ma con il tasso di trasmissibilità della variante Delta (in assenza di misure di mitigazione una persona infetta ne contagia altre sette), l'autunno è lontano. Una singola dose di vaccino offre un'efficacia solo del 33% dai contagi da variante Delta, e il virus avrà ampia libertà di movimento: sono le condizioni ideali per selezionare varianti più resistenti ai vaccini, come del resto si è visto con la comparsa della variante Delta. Quest'ultimo aspetto non riguarda il Regno Unito soltanto ma il mondo intero, perché le varianti non guardano certo ai confini geografici. In molti Paesi a medio e basso reddito i vaccini anti-covid non sono ancora arrivati e non arriveranno prima del 2023.

L'immunità è lontana. E se un'immunità di gregge che sbarri completamente la strada all'infezione è probabilmente un miraggio, per avere almeno la speranza di provarci bisognerebbe arrivare all'85% di popolazione completamente vaccinata o guarita. Visto che gli adulti costituiscono soltanto l'80% della popolazione, c'è ancora parecchio da fare; e non ammalarsi non significa non rischiare di trasmettere il virus ad altri.

12 luglio 2021 Elisabetta Intini
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